STORIA DEL CALCIO/ Lo scudetto del 1915 alla Lazio? Un errore storico darlo al Genoa, perseverare sarebbe diabolico

ciccarellidi RAFFAELE CICCARELLI*/

Partiamo subito con una premessa: dal mio punto di vista il lavoro dello storico deve essere svolto riportando i soli fatti così come accaduti, presentando al lettore tutte le sfaccettature e implicazioni possibili, fornendo infine un’opinione dei fatti stessi che sia scevra da partigianerie e il più possibile critica. Questo a maggior ragione quando si va a studiare lo sport e il calcio, materia altamente “infiammabile” per tutte le implicazioni facilmente intuibili, da trattare in maniera più distaccata possibile. Perciò i fatti che riporterò cercheranno di dare un quadro di massima della situazione del periodo in cui si sono svolti, riservandomi una mia opinione finale basandomi unicamente sull’evidenza.

Il periodo di questa storia è il 1915. Siamo in piena corsa alla Prima Guerra Mondiale che già da un anno infuoca l’Europa e in cui si sta tragicamente tuffando anche l’Italia, con gli animi della nostra “meglio gioventù” accesi dagli interventisti. Il calcio è uno sport ancora giovane nel Bel Paese, il primo campionato, sotto forma di torneo svolto in una sola giornata, si è disputato nel 1898 e ha visto vincitore il Genoa. Proprio il Genoa Cricket and Football Club è la squadra più forte del periodo con già sei campionati vinti in bacheca. Solo nel 1909 la Federazione Italiana Giuoco Calcio assume tale denominazione, alla fondazione sempre nel 1898 si chiamava Federazione Italiana Football, aveva già vissuto periodi turbolenti (e tanti altri ne avrebbe vissuti) conoscendo molti presidenti, che in pratica cambiavano ogni anno. In quel 1915 presidente era il torinese Carlo Montù, che sarebbe stato in carica anche nel primo dopoguerra, avendo in seguito una lunga carriera dirigenziale anche presso altre federazioni.

Le tappe della vicenda: l’inizio. Il campionato man mano, dalla formula del semplice torneo svolto in pochi giorni, con l’aumentare delle iscrizioni divenne un fenomeno nazionale, il titolo veniva assegnato con una gara di finale  (andata e ritorno) tra la vincente del girone settentrionale e quello centro-meridionale. Nella stagione in esame, quella che sancì l’entrata in guerra dell’Italia, ancora il Genoa sembrava avviato alla vittoria finale. Sembrava, appunto, perché con decisione alquanto discutibile, il 23 maggio 1915 gli arbitri delle ultime gare rimaste in programma, invece di dare il fischio d’inizio, lessero un telegramma in cui si sospendeva tutta l’attività agonistica, con “decisione draconiana”, come commentato all’epoca dal Genoa in un suo comunicato in quanto la situazione, pur chiaramente complicata per i sempre più impetuosi venti di guerra, era logisticamente ancora abbastanza stabile, almeno da poter permettere la regolare conclusione del torneo.

La fase finale. In quel momento la situazione era questa: 1) nel girone finale settentrionale il Genoa era in testa con sette punti, Torino e Inter seguivano con cinque, il Milan era ultimo con tre, restavano da disputare Genoa-Torino e Milan Inter; 2) nel girone finale dell’Italia Centrale in testa era la Lazio con otto punti, seguivano Roman e Pisa con sei, chiudeva Lucca con zero, restavano da disputare Lazio-Lucca e Pisa-Roman; 3) il girone meridionale aveva designato l’Internazionale Napoli quale finalista che doveva affrontare la vincente del girone Centrale. Solo dopo tutte queste partite si sarebbe giunti alla finale, in cui la designata del girone settentrionale metteva in palio il titolo con quella del girone centro meridionale, gare dall’esito scontato a causa dell’evidente sbilanciamento tecnico a favore del nord, ma pur sempre da disputare.

Considerazioni finali. Alla luce dei fatti esposti mi sembrano palesi e ovvie le conclusioni: 1) è stato fatto un evidente errore procedurale già nel 1921 quando la Federazione, d’imperio e dietro chiare pressioni, assegnò il titolo al Genoa, quando nel suo girone erano in lizza ancora Torino e Inter, con concrete possibilità di arrivare prime; 2) un altro chiaro errore è stato quello di non rispettare le squadre centro meridionali che, seppur inferiori, avevano tutto il diritto di potersi giocare sul campo il titolo con la rappresentante del girone settentrionale. Considerando tutto quanto sopra esposto, infine, è chiaro che l’assegnazione alla Lazio, pur ex aequo, del titolo di campione d’Italia 1914/1915 sembra un anacronismo storico e un errore non meno di quello che assegnò il titolo al Genoa Cricket and Football Club un secolo fa.

*Storico dello sport

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