di FABIO CAMILLACCI/ Un giorno storico per la Juventus e il calcio italiano. Alle 18.32 di lunedì 16 luglio 2018, Cristiano Ronaldo ha fatto il suo ingresso da calciatore bianconero nella più bella sala dell’Allianz Stadium: la sala Gianni e Umberto Agnelli. Con CR7 c’era tutta la sua famiglia, anche il piccolo Cristiano, che si è divertito a fare le facce strane ai giornalisti. La Juve ha accolto il fuoriclasse portoghese con lo stato maggiore al gran completo: Andrea Agnelli, Beppe Marotta e Fabio Paratici (nella foto: lo scatto di rito, l’ultimo a destra è il procuratore di Ronaldo Jorge Mendes). In conferenza stampa la prima risposta di Ronaldo è subito d’impatto, con quell’aria che sembra strafottente ma che in realtà nasconde solo una sconfinata fiducia nei propri mezzi: “Venire alla Juventus è stata una scelta facile. Parliamo di una delle migliori squadre al mondo. Ho preso da tempo la mia decisione. Credo sia un passo importante per la mia carriera, qui c’è un grande allenatore e il presidente è abituato a vincere come me. Sono ancora molto giovane e qui ho ancora tante sfide nonostante una carriera da sogno che mai avrei pensato di fare e che mi ha fatto alzare molti trofei. Andrà bene come negli altri club per cui ho giocato perché sono molto preparato. Sapete, i giocatori della mia età di solito vanno in Cina o in Qatar, io arrivo qui alla Juve e le sono grato di aver pensato a me”.
La grande sfida di CR7. Se dovessimo sintetizzare lo sbarco di Cristiano sul pianeta Italia, la parola più adatta sarebbe “sfida”. Una parola pronunciata più volte dal lusitano, con quegli orecchini che brillano e fissando l’interlocutore negli occhi. Così il calciatore più forte del mondo: “Col Real è stata una storia brillante, ringrazio i tifosi blancos ma non credo che stiano piangendo, ma ora ho una nuova sfida e non vedo l’ora di giocare. Non devo dimostrare nulla a nessuno, quello che ho fatto nel calcio lo sapete e i numeri sono lì a documentarlo, ma voglio lasciare un segno nella storia della Juve. La serie A è molto tattica e difficile, però mi piace sempre sperimentare nuove situazioni. Sarà difficile, ma non c’è mai stato nulla di facile nella mia carriera. E credo molto nella Juventus. Se è stata l’unica offerta ricevuta? Sì”. Segue una risata fragorosa, come a dire rivolto al giornalista che ha fatto la domanda: “Ma con chi credi di parlare?”.
Il sogno Champions. Il discorso si sposta poi sulla coppa più ambita, a Torino e non solo, la coppa dalle grandi orecchie: “So che la Champions è un trofeo che tutti vogliono vincere, lotteremo per tutti i trofei ma credo che abbiamo possibilità di vincerla perché qui ci siete già andati vicini. La Juve non ha vinto perché le finali sono sempre partite particolari. La standing ovation dello Stadium dopo la rovesciata è stato un momento davvero speciale, mi dà motivazione per iniziare questo percorso insieme. Ringrazio ancora i tifosi per quel tributo, anche se quella notte non avevo ancora deciso di venire qua. Grazie a tutti coloro che sono venuti all’aeroporto, al J Medical e in sede. Dal 30 luglio mi allenerò per essere pronto per la prima di campionato. Sono tranquillo. Il Pallone d’oro? Mai avrei pensato di vincerne 5, magari ne arriva un altro ma non mi toglie il sonno”. Infine, un pensiero sulla società bianconera che lo ha fortemente voluto: “Questa grande società mi ha dato un’opportunità unica, perché sono in una squadra che può vincere tutto ed è fortissima, per me è un passo avanti della mia carriera e la voglio portare ancora più su. Voglio essere un esempio dentro e fuori dal campo. Per come mi alleno, per come aiuto i giovani. L’età non conta,mi sento meravigliosamente bene e molto motivato. Le botte con Benatia al Mondiale? E’ un gran difensore, molto duro, ci siamo un po’ menati ma sarà bello giocare insieme”. Juventus 2.0, è iniziata una nuova era, l’era di CR7: questa Juventus può davvero vincere tutto.
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