PUNTO DI VISTA/ La disciplina ai tempi del coronavirus

di FRANCESCO MARIA PROVENZANO

In questi giorni da recluso in casa anti-coronavirus sto assistendo a dei comportamenti di molti italiani veramente assurdi: persone che passeggiano in gruppo, che fanno la fila ai supermercati senza osservare le distanze prescritte, e vedo immagini in tv di coloro che si assiepano alle stazioni per prendere i treni. È inaudito che avvengano tali episodi quando l’unico antidoto per sottrarsi all’aggressione del virus è rimanete a casa.

Perciò sono assalito dalla tentazione di fare appello al governo di contrastare l’indisciplina ricorrendo a restrizioni ancor più energiche fino all’impiego dell’esercito per evitare che vengano vanificati gli sforzi dei tanti italiani che invece che le regole le rispettano.

 Insomma si ha l’impressione che ancora troppi italiani non si siano resi conto della tragedia che stiamo vivendo e amino restare prigionieri del culto del disordine e dell’indisciplina. Perciò mi piace rinverdire alla memoria degli smemorati ciò che scriveva sulla disciplina Antonio Gramsci nelle «Lettera dal carcere»: “La disciplina del proprio io interiore è presa di possesso della propria personalità, e conquista di coscienza superiore, per la quale si riesce a comprendere il proprio valore storico, la propria funzione nella vita, i propri diritti, i propri doveri”.

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