PUNTI DI VISTA/ 42 persone tra la capitana e il capitano

di SERGIO SIMEONE– Carola Rakete, la capitana del “Sea Watch”, la nave che ha forzato il blocco imposto da Salvini per tentare di entrare nel porto di Lampedusa, ha dichiarato di essere bianca e tedesca. Bianco e tedesco era anche  Adolf Eichmann, il criminale nazista scoperto dal Mossad nel 1960 in Argentina, dove si nascondeva, poi processato in Israele , condannato a morte e giustiziato nel 1962.

Questo accostamento tra due persone così diverse può apparire alquanto  stravagante, ma non lo è. Vediamo perché.  Eichmann si difende nel processo dichiarando che lui ha svolto nello sterminio un ruolo puramente organizzativo e per giunta eseguendo fedelmente gli ordini che riceveva da quelle che erano le autorità costituite dello Stato tedesco. Spettava a loro decidere le finalità del lavoro che lui eseguiva con grande scrupolo e diligenza, senza avere nei confronti delle vittime nessun sentimento di odio. Eichmann, insomma, rivendicava il diritto-dovere di un burocrate di non avere alcuno spirito critico nei confronti del lavoro che gli viene assegnato. E’ questo atteggiamento del criminale nazista che farà parlare la Arendt di banalità del male.

E’ un comportamento alla Eichmann che probabilmente si aspettava Salvini dalla capitana della “Sea Watch3” quando ha emesso l’ordinanza. Le ordinanze vanno eseguite e basta. Come si può permettere a questa “sbruffoncella” di mettere in discussione l’ordine del ministro dell’Interno, valutando autonomamente le conseguenze per la vita di 42 esseri umani di una cieca obbedienza ad una ordinanza ministeriale?

A Salvini, che pure ha fatto il liceo classico, è sfuggito forse che la capitana nel rivendicare con orgoglio la sua origine tedesca, pensava probabilmente non certo ad Eichmann, ma ad un suo grande connazionale, tal Immanuel Kant, padre dello spirito critico e della legge morale più alta che sia stata elaborata nella storia della filosofia. E ha rifiutato di farsi agente della banalità del male.

La capitana sembra che con la sua azione si sia messa nei guai. Ma io non dispero: il giudice chiamato a pronunciarsi sul caso potrebbe ricordarsi che c’è un decreto legge Salvini sulla sicurezza che prevede che fatti normalmente costituenti reato non siano ritenuti tali quando siano compiuti per difendere la vita di una persona. E 42 naufraghi, fino a prova contraria, sono persone.

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