PERISCOPIO/ La strana riscoperta in Alto Adige di un altorielievo di Mussolini a cavallo

di GIOVANNI PEREZ – Non vorrei sbagliare, ma l’antifascismo in Alto Adige sembra che si esaurisca nell’apporre una scritta luminosa sul frontone del grande altorilievo esistente su un lato del palazzo degli Uffici Finanziari in Corso Italia a Bolzano. A parte il fatto che l’antirazzismo, invece, sembra una parola quasi ignota nel vocabolario dei politici altoatesini di ambedue i gruppi etnici, credo che resti una considerazione da fare: di quell’odiato altorilievo (opera di un artista sudtirolese), con un Mussolini a cavallo che guida gli italiani, ben pochi bolzanini ne avevano notato da sempre l’esistenza. Coperto da una patina di polvere, depositatasi nel corso dei decenni, il frontone era passato inosservato sin dal tempo in cui, finita la guerra, il palazzo era stato la sede di tutti i partiti antifascisti nati dalla Resistenza.

Invece, guarda caso, lo avevano notato recentemente alcuni “studiosi” (mi si perdoni l’uso improprio del termine “studiosi”) che, a distanza di oltre settanta anni, lo avevano riscoperto. Sollevando una polemica antifascista – insinuano i maligni – erano riusciti a farsi assegnare per concorso l’incarico di “storicizzare” quell’altorilievo con una scritta, che verrà solennemente inaugurata il prossimo novembre alla partecipazione di molte autorità.
Silenzio invece, almeno così mi è parso, sull’indegna e spregevole iniziativa di un pugno di tifosi ultrà della Lazio che, per sfottere quelli della Roma, hanno usato il volto della piccola ebrea, Anna Frank, morta di stenti in un lager nazista.

Senza voler trarre conclusioni affrettate, sembra comunque logico dedurre che per i politici altoatesini abbia maggior importanza un altorilievo di epoca fascista che l’emblema di una giovane ebrea, vittima del genocidio nazista. O forse è meglio dimenticare certi scomodi particolari del passato?

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