OSSERVATORIO AMERICANO/ Obama per sostituire Scalia sceglie un moderato?

Domenico Maceridi DOMENICO MACERI* – 

Poche ore dopo l’annuncio della morte del giudice della Corte Suprema Antonin Scalia il presidente del Senato Mitch McConnell ha dichiarato che il presidente Barack Obama non deve nominare un sostituto ed aspettare che lo faccia il prossimo inquilino della Casa Bianca. Quella stessa sera al dibattito del Partito Repubblicano tutti i candidati del Gop hanno anche loro dichiarato opposizione alla nomina del nuovo giudice dicendo che Obama è nell’ultima parte del suo mandato e quindi non spetta a lui il compito di sostituire Scalia.

Lo stesso giorno Obama ha fatto un breve discorso in cui ha espresso le sue condoglianze alla famiglia Scalia, affermando alla fine che osserverà la Costituzione e nominerà un sostituto in tempi appropriati e che il Senato dovrà fare ciò che gli spetta:  decidere sulla conferma.
La compattezza dei repubblicani nel tentare di bloccare Obama non sorprende se si considerano i sette anni di ostruzione che il Gop ha causato al primo presidente afro-americano. Le malelingue ci dicono che l’animosità repubblicana verso Obama sia dovuta a razzismo. Forse. Ciò che è certo è che Mitch McConnell, subito dopo l’elezione di Obama,  dichiarò che lui avrebbe fatto di tutto per negargli il secondo mandato. Ha evidentemente fallito e fallirà anche nel caso della nomina alla Corte Suprema.
Opporsi ad Obama fa piacere alla base del Partito Repubblicano e si capisce come i candidati, nella loro feroce lotta per vincere la nomination, dicano cose che sanno di non potere mantenere.

Per quanto riguarda McConnell, il quale ha detto che il suo partito dimostrerà di sapere governare dato che controlla ambedue le Camere, si tratta di un passo falso che non aiuta la sua causa.
I repubblicani ci dicono che loro amano la Costituzione ma quando non gli conviene ne dimenticano l’esistenza. Come ha detto Obama, la Costituzione dice che il presidente nomina i giudici della Corte Suprema ed il Senato deve votare se confermare o no queste nomine. Nulla di più chiaro. Non è+ scritto da nessuna parte che il mandato del presidente non permette di nominare giudici nel suo ultimo anno.
Lo fece anche l’eroe repubblicano Ronald Reagan. Nell’ultimo anno del suo secondo mandato il Gipper nominò Robert Bork nonostante  l’obiezione di leader democratici che fosse troppo estremista per essere approvato. Difatti, Bork fu rifiutato dal Senato  (58 no, 42 sì). Reagan nominò in seguito Anthony Kennedy, un moderato che pende a destra, il quale fu accolto dal Senato all’unanimità.
Ovviamente Reagan voleva spostare la Corte a destra con la nomina di Bork, ma nessuno dei democratici disse che non aveva il diritto di fare la  nomina perché era verso la fine del suo secondo mandato.
Adesso il clima politico è così tossico che per vincere politicamente i politici ne fanno di tutti i colori. All’ultimo dibattito repubblicano gli insulti fra quattro dei sei candidati sul palco sono volati a destra e sinistra con accuse di essere “bugiardo” espresso ben ventidue volte. Anche le regole della civiltà sembrano essere scomparse.

Obama ha dichiarato sobriamente che nel caso della Corte Suprema bisogna guardare al di là della politica. Non ha completamente ragione. Nonostante il fatto che i magistrati dovrebbero essere super partes, sappiamo già che le nomine e le conferme dei giudici come pure i loro voti sono condizionati  da chi li sceglie e dal clima politico. Ecco come si spiegano non poche delle recenti decisioni della Corte Suprema con voti del minimo scarto di 5 a 4. Il presidente ha però ragione che bisognerebbe almeno avere rispetto per il processo.
Allo stesso tempo però Obama sa bene che la scomparsa di Scalia gli offre un’opportunità di nominare qualcuno che potrà influenzare la Corte Suprema per alcuni decenni. Sa anche però che lui non potrà nominare un estremista di sinistra perché i repubblicani lo massacrerebbero. Quindi ci si attende la nomina di un moderato che riflette la sua filosofia di centrista che pende a sinistra.

Sarà così? Probabilmente. Il senatore Charles Grassley, presidente della commissione giustizia al Senato, aveva inizialmente echeggiato l’opposizione di McConnell alla nomina. Poi ha dichiarato che bisogna aspettare finché si conoscerà l’identità della persona scelta da Obama.

*Domenico Maceri docente di lingue all’Allan Hancock College, Santa Maria, California (dmaceri@gmail.com)

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