OSSERVATORIO AMERICANO/ I latinos taglieranno la strada a Trump?

Domenico Maceridi DOMENICO MACERI* – Non appena Barack Obama ebbe sconfitto Mitt Romney nelle elezioni presidenziali del 2012, l’establishment repubblicano si rese conto che vincere le elezioni future richiederebbe  maggior supporto dai gruppi minoritari e  particolarmente più voti dei latinos. Le primarie del GOP finora  sembrano aver dimenticato  questo  piano come ci  dimostra  l’aspra retorica anti-immigrati esibita dai candidati repubblicani. Se Mitt Romney aveva suggerito che gli immigrati non autorizzati dovessero auto-deportarsi, Donald Trump ha alzato la posta, insistendo sull’espulsione degli 11 milioni di immigrati senza documenti legali e la costruzione di un muro per chiudere il confine meridionale.

Il piano non è solo gravemente carente dal punto di vista umanitario; è anche un suicidio politico considerando il crescente potere del voto latino. Il Pew Research Center ci dice che 23 milioni di latinos erano elettori nel 2012. Questa cifra aumenterà a 27 milioni nel 2016. È previsto che 13 milioni di ispanici andranno alle urne nel 2016, un aumento del 17 per cento dal 2012. La cifra potrebbe essere ancora più alta considerando la spinta per favorire la naturalizzazione dei residenti latinos legali sconvolti dalla retorica offensiva di Trump verso gli ispanici.

Nell’anno fiscale 2015 le domande di naturalizzazione sono aumentate dell’undici per cento e negli ultimi sei mesi del quattordici per cento. L’incremento è dovuto   anche alla campagna nazionale del presidente Obama per favorire la naturalizzazione. Fernando Valenzuela, un famoso giocatore di baseball negli anni 80′ e ’90 che vive negli Stati Uniti da trentacinque anni, è diventato cittadino americano l’anno scorso. Ha fatto una serie di annunci per incoraggiare i residenti legali a seguire il suo esempio.

Degli 8,8 milioni di residenti legali con diritto a diventare cittadini naturalizzati, 2,7 sono messicani. I dati del Pew Research Center ci dicono che i messicani sono stati meno propensi alla cittadinanza, scoraggiati in parte dalla burocrazia ma anche dalla quota di 680 dollari. La retorica di Trump, però, serve da stimolo a farlo.  Una cattiva notizia per il GOP e il suo eventuale candidato che attualmente sembra essere Trump. Anche se i messicani tendono ad essere socialmente conservatori, l’immigrazione è una questione molto importante per loro. Molti ricordano le loro sfide con l’immigrazione, possono avere parenti o amici che lottano per la residenza legale, o fanno parte di una famiglia in cui alcuni sono cittadini mentre  altri corrono il rischio di essere deportati.

I latinos tendono a registrarsi nel Partito Democratico. Il 60 per cento infatti sono registrati democratici, il 20 per cento repubblicani, e il resto indipendenti. La loro ideologia è divisa anche in tre parti  quasi uguali tra conservatori, liberal e moderati.

Per quanto riguarda la partecipazione alle elezioni i latinos tendono a votare a un tasso inferiore rispetto alla media complessiva  (48 per cento latinos nel 2012 contro il 62 per cento complessivo). Tuttavia, il voto latino è in aumento a livello nazionale e la sua influenza può essere cruciale in un certo numero di stati in bilico come  Nevada, Colorado, New Mexico, e Florida. La campagna  di naturalizzazione si è concentrata in particolare su questi Stati e ovviamente aiuterà i candidati democratici.

Paradossalmente Trump ha prodotto l’effetto di motivare non pochi individui a diventare cittadini. Il magnate di New York, però, è convinto che farà molto bene con gli ispanici. L’exit poll nel caucus del Nevada tenderebbe a confermare il suo punto di vista, dato che ha ricevuto il 46 per cento del voto latino. Ciononostante il campione utilizzato  comprendeva solo il piccolo numero di repubblicani latinos che hanno partecipato al caucus, il che gli attribuisce dunque poca credibilità. Inoltre, più del 70 per cento dei  latinos lo vede in termini negativi, secondo un sondaggio Washington Post-Univision.

In un’elezione generale, che include tutti gli elettori latinos, Trump non è in grado di ottenere molti voti ispanici e potrebbe perdere la presidenza. In un match ipotetico con Hillary Clinton perderebbe il voto latino (16 per cento Trump, il 73 per cento  Clinton), secondo un sondaggio. Queste cifre sono coerenti con i risultati storici dove i latinos tendono a votare per i candidati democratici. Trump però insiste che nonostante i suoi brutti commenti sui messicani farà molto bene con gli ispanici. Tutto dipenderà dall’affluenza alle urne.  Finora, il sostegno di Trump è venuto soprattutto da elettori bianchi arrabbiati e delusi dal Partito Repubblicano. Gli elettori latinos sono anche loro arrabbiati e possono presentarsi in massa, non per entusiasmo nei riguardi di Hillary Clinton, il candidato democratico presunto, ma piuttosto per votare contro Trump.

*Domenico Maceri docente di lingue all’Allan Hancock College, Santa Maria, California (dmaceri@gmail.com)

 

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