Sequestrato il noto ristorante “Assunta Madre” in via Giulia, nel cuore di Roma, frequentato da personaggi del mondo degli affari, dello spettacolo e calciatori, e arrestate con l’accusa di riciclaggio 6 persone tra cui il titolare e due suoi figli, un direttore di banca e un commercialista.
Il titolare, l’imprenditore Gianni Micalusi, detto Johnny, avrebbe dovuto inaugurare proprio oggi un nuovo ristorante “Assunta Madre” a Montecarlo insieme a Flavio Briatore (due insieme nella foto a lato).
Gli arrestati – Nell’inchiesta sono finiti in carcere Gianni Micalusi, 53 anni titolare del noto ristorante, e il direttore di banca Adriano Nicolini 37 anni, mentre ai domiciliari sono finiti i figli di Micalusi, Francesco e Lorenzo, 27 e 25 anni; l’imprenditore Vito Francesco Genovese, di 69 anni, e Luciano Bozzi, 50 anni, commercialista.
Accuse e sequestri – Gli arrestati sono ritenuti responsabili di intestazione fittizia di beni, riciclaggio e autoriciclaggio di denaro di provenienza illecita nell’ambito dell’indagine durata due anni. Sottoposte a sequestro preventivo 4 società tra cui quella del notissimo ristorante Assunta Madre. Sequestrato anche il ristorante Assunta Madre di Milano, ma i locali rimarranno aperti con la nomina di un amministratore giudiziario.
Micalusi avrebbe costituito – secondo l’accusa – numerose e redditizie attività commerciali, tra cui i rinomati ristoranti con il marchio ‘Assunta Madre‘, intestando i beni a figli e prestanome. “L’imprenditore avrebbe avuto rapporti con soggetti di spessore criminale come Enrico Nicoletti, Angelo e Michele Senese e sarebbe stato indagato in passato per reati associativi, di natura anche mafiosa, delitti contro il patrimonio, usura ed estorsione”.
Il direttore di banca arrestato avrebbe ritirato denaro in contanti dall’imprenditore Gianni Micalusi all’interno di una sua pescheria a Roma, rendendo così non tracciabili le operazioni, e firmato anche a nome degli intestatari fittizi dei conti correnti riconducibili all’imprenditore su cui depositare i soldi. Secondo gli inquirenti, in alcuni casi avrebbe agito nei confronti della banca per fargli attivare dei fidi o crediti.
“Anche in questa vicenda un ruolo fondamentale è stato giocato dai professionisti – ha sottolineato il procuratore aggiunto Dda Michele Prestipino – due persone senza la cui attività Micalusi non avrebbe raggiunto il risultato: un commercialista e un funzionario di un istituto di credito. Ancora una volta si dimostra che un certo tipo di criminalità non si può realizzare senza il ruolo di colletti bianchi che mettono a servizio le proprie energie”.
Micalusi, nonostante questo, era riuscito a calamitare l’amicizia e l’attenzione di una serie di personaggi anche famosi, fino ad arrivare a stringere la mano a Papa Francesco (foto).
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