Operazione anti-‘ndrangheta, partita dalla Procura di Catanzaro ed estesa in tutta Italia con arresti e sequestri di beni. Tra gli indagati anche un assessore regionale Udc e il segretario nazionale, Cesa, che si dimette, ma si dichiara estraneo e fiducioso nella magistratura

Desterà scalpore l’operazione di polizia giudiziaria contro la ‘ndrangheta e le sue ramificazioni su scala nazionale, con una movimentazione illecita di denaro per un valore di oltre trecento milioni di euro, denominata “Basso profilo”, disposta dalla Procura Distrettuale di Catanzaro diretta dal procuratore della Repubblica  Nicola Gratteri, e che vede impegnati duecento donne e uomini della Direzione Investigativa Antimafia, nonché centosettanta unità della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza (con il supporto di quattro unità cinofile e un elicottero). Tra gli indagati (al momento non si ancora a quale titolo) risulta addirittura anche il segretario nazionale dell’Udc, Lorenzo Cesa, la cui casa a Roma è stata perquisita questa mattina dal personale della Dia. Lo stesso on. Cesa ne ha dato conferma dichiarando: «Ho ricevuto un avviso di garanzia su fatti risalenti al 2017. Mi ritengo totalmente estraneo e chiederò attraverso i miei legali di essere ascoltato quanto prima dalla Procura competente. Come sempre, ho piena e totale fiducia nell’operato della magistratura. E data la particolare fase in cui vive il nostro Paese rassegno le mie dimissioni da segretario nazionale come effetto immediato“.

Tra gli arrestati (ai domiciliari)  anche l’assessore al Bilancio della Regione Calabria, Franco Talarico (nella foto con Cesa in una manifestazione politica in Calabria) , anche lui dell’Udc e alcuni “colletti bianchi” di Catanzaro e provincia, nonché elementi delle ‘ndrine tra le più importanti di Crotone, Isola Capo Rizzuto e Cutro, legati alle famiglie Bonaventura, Aracri, Arena e  Grande Aracri, nonché imprenditori di spessore e dipendenti della pubblica amministrazione collusi, secondo l’accusa, con le organizzazioni criminali.

Oltre alle misure cautelari, la Procura della Repubblica di Catanzaro ha disposto l’esecuzione di numerosi sequestri di beni costituiti da compendi aziendali, immobili, autoveicoli, conti correnti bancari e postali per un valore che è stato definito “ingente”.

I dettagli saranno illustrati in una conferenza stampa, a Catanzaro, nella sede della Corte d’Appello, dal procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, e da direttore della Dia, Maurizio Vallone.

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