di MARCO VALERIO/ Regalo di addio. Lorenzo lascia la Yamaha con un successo che rende il suo commiato ancor più romantico e struggente. Fine di un idillio che ha prodotto 44 vittorie, 39 pole e 3 titoli mondiali e che si chiude con il dolce di una vittoria che indora la pillola di un addio un po’ aspro. Come il clima di un team diventato grande anche grazie a Jorge (rivede un successo che mancava dal Montmelò, 10 GP fa), ma che non poteva continuare a lungo con il dualismo con Rossi, la gemma indiscussa della squadra al di là di quanta gloria potesse conquistare Lorenzo, che chiude la stagione come l’aveva iniziata, vincendo, e trovando così una spinta in più per l’avventura in Ducati, che inizierà fra due giorni con i primi test sulla Desmosedici.
Il 4° acuto stagionale di Lorenzo. A Valencia Jorge ha colto il 4° successo dell’annata, solo uno in meno dell’iridato Marquez: un dato che fa riflettere e che segna la misura della sua stagione infelice e altalenante. Una sorta di “avrei potuto, ma…” sacrificato sull’altare di un’incostanza di testa, rendimento, gomme che ne hanno limitato il potenziale. Al traguardo Jorge, che festeggia così il traguardo di più giovane di sempre ad aver tagliato il nastro dei 250 GP, precede un pimpante Marquez, e un grandissimo Iannone, 3° e davvero strepitoso nella sua ultima gara con Borgo Panigale.
Battaglia in pista. Marc e Andrea hanno vinto la battaglia consumatasi alle spalle del maiorchino, che ha fatto gara a sé. Un trenino spesso serrato in cui si sono distinti Rossi e Iannone, con il pesarese più forte e audace in curva e la Ducati in recupero sul dritto, con molti sorpassi, repliche staccate ed emozioni. Pane quotidiano per Rossi, ma anche per Iannone, davvero agguerrito e volitivo nel suo GP finale con la Desmosedici. Anche per lui, come per Lorenzo, ha di certo avuto un peso il sottile piacere della rivalsa a condire i saluti. L’abruzzese e Vale se le sono date di santa ragione, salvo poi cedere a Marquez che nel finale, forte anche di una copertura differente si è involato per la piazza d’onore. Il 3° di Iannone, con spallate finali contro Rossi, rende merito alla sua gara di grande generosità e temperamento, ne conferma i progressi di pilota di vertice, ma ribadisce pure quelli della Ducati su una pista sulla carta indigesta alla Desmosedici. Alle spalle di Rossi, 4° e combattivo, 5° Vinales, poi Pol Espargaro e Dovizioso, 7° e ridimensionato nel confronto con il compagno di squadra. 10° Bautista con l’Aprilia.
La gara. Tutti i piloti con la morbida dietro e le media davanti, mentre solo Marquez, Miller e Crutchlow puntano sulla hard all’anteriore. Al via Lorenzo scatta come una molla, mentre i suoi compagni della prima fila, Marquez e Rossi, non fanno altrettanto, passati da Iannone e Vinales. Messo nelle condizioni di poter fare una delle sue strategie preferite, la fuga, Lorenzo prende il largo, mentre la battaglia si consuma alle sue spalle per le altri posizioini del podio. Al 5° giro Rossi passa con decisione il suo futuro compagno Vinales, imitato subito da Marquez e va alla caccia di Iannone. Pedrosa scivola, Iannone e Rossi regalano show di linee e sorpassi mentre Lorenzo allunga raggiungendo anche i 5″ di vantaggio. Con le sue pieghe al limite Marquez risale 2, sbucciandosi anche lui i gomiti contro uno Iannone di lusso, e poi prova l’assalto a Lorenzo: 3″4, poi 2″7, poi 2″2, 1″8. Ma non ce la fa. L’utlimo brivido lo regalano Iannone e Rossi, in un duello ravvicinato, che si chiude con l’abruzzese vincitore nella lotta al 3° gradino del podio. Per lui, come per Jorge, il miglior modo per salutare la sua squadra. Sipario.
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