Minaccioso preavviso di azioni militari degli Usa contro la Siria di Assad (come contro l’Iraq di Saddam Hussein). E poi minacce a Russia e Cina

C’è una notizia allarmante che arriva dagli Stati Uniti. L’Ansa la riferisce con queste parole: «L’amministrazione Trump ritiene che il regime siriano di Bashar al Assad stia sviluppando nuove più sofisticate armi chimiche. Lo affermano fonti governative secondo quanto riportano i media americani. Gli Stati Uniti si riservano quindi “il diritto di assumere azioni militari contro il governo siriano se necessario”». Un minaccia insensata e gravida di ulteriori lutti in un paese, la Siria, insanguinato e devastato dai feroci attacchi dell’Isis!

La notizia è allarmante perché ricalca quella che venne data 12 anni fa dagli Usa contro Saddam Hussein per preannunciare lo scellerato intervento di americani e alleati in Iraq. Le ispezioni dell’Onu negarono che il governo iracheno stesse effettivamente producendo armi chimiche, ma l’esito delle loro indagini venne ignorato perché l’allora presidente Usa, il repubblicano George Bush jr, aveva deciso di dare il via alla nefasta Guerra del Golfo contro l’Iraq, seguita nel dicembre 2006 dall’impiccagione di Saddam Hussein, da dove presero le mosse il radicamento e l’espansione del terrorismo, che ancora insanguina quel paese e il Medio Oriente.

E IL GIORNO DOPO!…

L’annuncio sulla Siria è stato seguito il giorno successivo da un ulteriore, minaccioso annuncio di Trump, così riferito sempre dall’Ansa:

«Il Pentagono ha delineato e diffuso la nuova strategia dell’amministrazione Usa sulle armi nucleari, e sul suo arsenale in particolare, in cui prevede l’introduzione di nuovi dispositivi e sottolinea un focus su Russia e Cina. Lo scrive il Washington Post».

«Un passo in direzione contraria rispetto all’era Obama, in cui – fa notare l’Ansa – l’ex presidente sosteneva il contenimento dell’arsenale Usa e del ruolo stesso delle armi nucleari nella politica di Difesa americana. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump sottolinea che la ‘dottrina’ delineata “affonda le sue radici in una valutazione realistica sulla sicurezza globale, nella necessità di avere un deterrente verso l’uso delle armi piu’ distruttive del mondo e nell’impegno da parte del nostro paese alla non proliferazione nucleare”».

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