Alfio Marchini, candidato di centrodestra a sindaco di Roma, ha dichiarato che lui, se sarà eletto, non celebrerà mai un matrimonio gay. Reazioni immediate: alcune scandalizzate, altre entusiaste. Forse chi è contro le unioni civili può aver ragione di manifestare entusiasmo, ma chi è favorevole non può (come ha detto la ministra Maria Elena Boschi facendo puntualmente eco al Renzi) accusare Marchini di “illegalità”. Perché, come ha replicato anche un collega di lista di Marchini, il sindaco non ha l’obbligo di celebrare matrimoni: può delegare chiunque, anche un cittadino non membro del consiglio comunale, anche un amico o un parente degli sposi. “Anche io, ha aggiunto, sono pronto a farlo”.
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