Manovra economica del governo: niente riduzione Irpef ma taglio del fisco sul lavoro

Scompare il taglio dell’Irpef dal cronoprogramma delle riforme che il precedente governo puntava a realizzare entro la legislatura: il governo Gentiloni punta sul  taglio del cuneo fiscale per ridurre il costo del lavoro e aumentare parallelamente il reddito disponibile dei lavoratori’. E’ quanto emerge da un confronto dei documenti di bilancio 2016-17. Per il governo ”rimane fermo l’impegno a proseguire, compatibilmente con gli obiettivi di bilancio, il processo di riduzione del carico fiscale che grava sui redditi delle famiglie e delle imprese”.

Reddito di inclusione per i poveri –  Le risorse stanziate dal governo per la lotta alla povertà ammontano complessivamente a 1,2 miliardi nel 2017 e 1,7 nel 2018. Nel Def si specificano tre ambiti di intervento: reddito di inclusione, misura universale di sostegno economico alle famiglie in povertà che prenderà il posto del Sostegno per l’inclusione attiva, con un ampliamento della platea (oggi 1,77 milioni di persone), ridefinizione del beneficio condizionato alla partecipazione a progetti di inclusione sociale e rafforzamento dei servizi per l’autonomia; riordino delle prestazioni assistenziali.

Ieri il varo della manovra bis. Preparare il Paese alla fine del Quantitative easy della Banca centrale europea, prevedere nuovi tagli alla spesa  dei ministeri per 1 mld anno da 2018, si legge nel Documento di economia e finanza.
Il presidente della commissione Ue Juncker promuove Gentiloni, definendolo ‘il buon senso fatto premier‘, e vede l’Italia sulla strada del risanamento, escludendo l’uscita dall’euro. Ieri il via libera alle misure: rivista al rialzo la stima del pil 2017, a +1,1%. Deficit ridotto a 2,1%. Rivisto al ribasso il target delle privatizzazioni, a 0,3% l’anno. Una manovra di rilancio, secondo Gentiloni. Ma il leader degli industriali Boccia: ‘Un altro passo avanti, ma è una manovrina’.

Verso fine Qe Bce, Italia non sia impreparata – “Una attenta riflessione sul valore concreto della credibilità del Paese appare particolarmente rilevante” alla luce delle aspettative che vogliono la Bce terminare il QE entro il 2018. “L’Italia non dovrà farsi trovare impreparata”. Lo si legge nel Def. Una finanza pubblica “solida e sana” è un impegno “doveroso nei confronti delle nuove generazioni” e produce effetti concreti sul bilancio, “poiché contribuisce a contenere la spesa per interessi che assorbe risorse altrimenti destinabili a riduzione del carico fiscale, investimenti e inclusione sociale”.
“Dal lato della spesa, anche sulla scorta della riforma della procedura di formazione del bilancio, si attuerà una nuova revisione della spesa. Le Amministrazioni centrali dello Stato contribuiranno al conseguimento degli obiettivi programmatici con almeno un miliardo di risparmi di spesa all’anno”. E’ quanto prevede il Def approvato dal Consiglio dei ministri. Nel testo si precisa che “tale contributo sarà oggetto del Dpcm previsto dalla nuova normativa”.

Boccia:”passo avanti, ma è manovrina” – “È manovra che fa un altro passo avanti. La politica economica di un paese è fatta di tanti piccoli passi. Questo è sicuramente un altro passo avanti, ma è una manovrina e proprio per definizione di termini non avevamo aspettative rilevanti”. Così risponde all’ANSA il Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, sulla manovra approvata ieri dal consiglio dei ministri.

Ipotesi utilizzo circa 10 mld fondo ‘salva-banche’  – Per la ricapitalizzazione precauzionale delle banche in difficoltà il governo, nel Def, ipotizza “un utilizzo pari a circa metà delle risorse rese disponibili con il decreto” del 23 dicembre scorso, che creava un fondo ad hoc, da utilizzare per il solo 2017, di 20 miliardi.

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