L’URLO DI MURGIA/ Il giovane centrocampista della Lazio decide la finale di Supercoppa italiana: Juventus battuta 3-2 all’ultimo respiro

di FABIO CAMILLACCI/ Minuto 93 di Lazio-Juventus finale di Supercoppa italiana, le due squadre sono sul 2-2 con i bianconeri che hanno appena completato una difficile rimonta di due gol: Lukaku va via a De Sciglio (il sostituto di Dani Alves) sulla sinistra e crossa in mezzo, un cross basso e teso all’indietro, che l’accorrente Alessandro Murgia trasforma nella rete della vittoria. Il trionfo della gioventù col marchio decisivo di un 21enne frutto del vivaio laziale. Murgia ovviamente impazzisce di gioia e scoppia in lacrime sotto la Curva Nord biancoceleste dello stadio Olimpico di Roma, sommerso dall’abbraccio di tutti. A una brutta, a tratti bruttissima, Juventus, non è servito il doppio guizzo di Dybala, prima con un bolide di straordinaria perfezione balistica su calcio di punizione, poi su calcio di rigore al 90′. Due reti, quelle dell’argentino, che avevano rimesso in piedi in extremis una Juventus allo sbando sia dal punto di vista tecnico-tattico, che dal punto di vista fisico-agonistico. Lazio scatenata, invece, con un super Ciro Immobile che fa doppietta: dal dischetto nel primo tempo e con un colpo di testa da bomber vero d’altri tempi nella ripresa.

Juventus, la maledizione delle finali. Nei 4 minuti di recupero, i bianconeri commettono l’errore di non accontentarsi e continuano ad attaccare, fino a subire il 3-2 firmato Murgia. Le finali restano indigeste alla Vecchia Signora: in meno di un anno ne ha perse 3 su 4: a dicembre 2016 la finale di Supercoppa italiana persa ai rigori col Milan, a giugno quella di Champions contro il Real Madrid, ora sfuma anche la Supercoppa 2017; in mezzo soltanto la vittoria della finale di Coppa Italia, a maggio, vinta all’Olimpico contro la Lazio.

Crisi Juventus. Rispetto all’anno scorso, sembra essersi rotto qualcosa nella Juventus: non c’è più la compattezza di un tempo, soprattutto in difesa e a centrocampo. La fragilità difensiva palesata stasera dalla Juve ha dell’incredibile. La perdita di Bonucci si fa già sentire, come quella di Dani Alves alla luce della prestazione di De Sciglio. Una squadra, quella di Allegri, apparentemente anche indietro nella preparazione atletica. I problemi però più che da errori individuali nascono dall’intero sistema di gioco impostato dal tecnico Allegri: centrocampisti in difficoltà, esterni troppo alti sul recupero palla della Lazio. E i problemi sono gli stessi del precampionato: palla persa, imbucata di Milinkovic per Immobile, fallo da rigore di Buffon e gol dello stesso centravanti. Barzagli e Benatia sovrastati da Immobile nello stacco del 2-0. Sono due situazioni non da Juve, prima della frittata già descritta del recupero.

Juve, mercato sbagliato. La dirigenza e il tecnico hanno puntato a rafforzare l’attacco senza pensare a difesa e mediana. Bernardeschi e Douglas Costa si sono aggiunti a Cuadrado, Mandzukic, Higuain, Dybala. Troppi attaccanti e trequartisti, poca sostanza nel reparto arretrato e a centrocampo. E’ lì che la Juve avrebbe dovuto investire i soldi di questa sessione estiva di calciomercato. Probabilmente, lo farà a breve, soprattutto alla luce della prestazione in Supercoppa.

Lazio, una vittoria frutto del gruppo. La Lazio di quest’anno è una squadra più debole di quella che solo tre mesi fa ha perso la finale di Coppa Italia sempre contro la Juventus. Lucas Leiva non ha ancora l’impatto di Biglia, Keita (non convocato perchè al centro di un caso di mercato Lazio-Juve) e Felipe Anderson (infortunato) sono indisponibili. Simone Inzaghi infiocchetta la partita tatticamente perfetta (fino al cambio del baby Murgia), con Milinkovic e un ottimo Luis Alberto dietro a Ciro Immobile, cercato subito in verticale appena si recupera palla. La difesa regge bene dopo 4′ in cui Strakosha fa un capolavoro su Cuadrado. Menzione speciale per gli esterni e per De Vrji, che cancella Higuain dal campo. Ma il migliore, al netto dell’uomo partita Immobile, è un Milinkovic Savic a cui manca solo di chiudere lo stadio dopo la mezzanotte. Recupera palla, mette qualità (il filtrante per il rigore di Immobile è suo) fisicamente domina. Triplice fischio dell’arbitro Massa, Lazio: la festa può cominciare. E siamo certi che grazie alla bravuta di mister Simone Inzaghi, la Lazio in campionato lotterà per un posto in Champions.

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