“L’uomo del destino” in Piazza del Popolo: “Il nostro destino è cambiare l’Italia”. E Cuperlo si fa un selfie con la Boschi

Combo Pddi ENNIO SIMEONE – “Il nostro destino è cambiare l’Italia. Dobbiamo farlo per i nostri figli e i nostri nipoti. E farlo adesso”. Così parla ormai, da unto del Signore, Matteo Renzi. Così aveva parlato ieri sera nel salotto di Enrico Mentana su La 7. E così ha parlato anche oggi pomeriggio in piazza del Popolo, alla manifestazione da lui promossa con l’impiego di 30 treni speciali, vari pullman e un paio di aerei per portare un numero di persone sufficiente ad applaudirlo al discorso a sostegno del Sì al referendum costituzionale del 4 dicembre e applaudirlo quando ha lanciato l’urlo di guerra: “Riprendiamoci il Paese!”.

Renzi e i suoi propagandisti continuano a battere su un tasto: “Chi vota sì vota per il cambiamento, chi vota no vuole che le cose restino come sono”. E’ uno slogan fondato su un macroscopico falso: parole come cambiamento, riforme, non hanno di per sé un significato positivo, perché i cambiamenti possono essere ben fatti o fatti male. Nel caso della riforma costituzionale che porta la firma del ministro Maria Elena Boschi, se venisse approvata dal referendum, sarebbe un cambiamento fortemente negativo, che non solo non semplificherebbe le procedure legislative, ma peggiorerebbe i rapporti Senato-Camera rispetto al bicameralismo paritario tuttora in vigore. E i rapporti tra Stato e Regioni ne verrebbero ulteriormente complicati rispetto persino alle modifiche attuate con l’ultima riforma dell’articolo …..della Costituzione, voluta dal centrosinistra e approvata dal referendum popolare del 2001. Ma c’è anche di peggio nei 47 articoli che sono stati modificati dal parlamento con stringatissime maggioranze ottenute sotto minaccia di scioglimento anticipato delle Camere e tutti a casa.

Insomma siamo alla propaganda di basso livello, che confida nel fatto che saranno pochissimi gli elettori che avranno la possibilità, il tempo e la voglia di leggersi quei 47 articoli (!) della Costituzione che Renzi vuole cambiare e di metterli a confronto con quelli attualmente in vigore per capire se approvarli conviene all’Italia o conviene solo alle mire egemoniche di Renzi.

Il quale ha provato a lanciare il solito invito agli elettori del Pd a restare uniti, ma poi ha sepolto questo invito sotto una serie di invettive contro i sostenitori del No, usando come bersaglio privilegiato Massimo D’Alema, cioè un personaggio di primo piano del suo partito, accusandolo di far parte del “vero partito della nazione” come tutti coloro che voteranno come Grillo, Berlusconi, Salvini, Mario Monti, Marco Travaglio e De Mita (tirati in ballo, gli ultimi due, perché gli brucia ancora il confronto che ha avuto con entrambi su La7, dai quali gli sono state impartite delle puntuali contestazioni – dal giornalista – e una pacata ma ferma lezione – dall’anziano ex leader democristiano – di storia sulla Costituzione, su come fu costruita unitariamente da forze politiche molto distanti tra loro come la Dc e il Pci, laici e cattolici, facendo risorgere l’Italia dalle rovine di una guerra e di una dittatura).

Il risultato è stato che gli applausi più forti delle persone trasportate in piazza del Popolo  li ha avuti quando ha marcato quella divisione del paese che aveva detto prima di voler ricucire.

Ultima notazione: in Piazza del Popolo ha fatto la sua singolare apparizione Gianni Cuperlo, l’esponente della minoranza del Pd chiamato a far parte della commissione (di 5 persone) che dovrebbe preparare modifiche alla legge elettorale Italicum – collegata strettamente alla riforma costituzionale – di cui ora Renzi si dice disposto ad accettare la riscrittura. Cuperlo si è persino fatto un selfie con la ministra Boschi; ma poi ha precisato che la sua presenza non significava adesione alla manifestazione e al Sì referendario, nutrendo anzi forti dubbi sulla concretizzazione della modifica della legge elettorale prima dello svolgimento del referendum. Tutti sanno che Renzi, se vince il Sì, quella legge poi non la farà cambiare. Per Cuperlo ha già pronto il tweet #giannistaisereno.

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