LA PRIMAVERA DELLE POLEMICHE

ORA di puntadi NUCCIO FAVA – Scrivo da una postazione privilegiata di fronte alla penisola di Sirmione e alla spiaggia di Catullo. Ho dovuto anticipare il viaggio per via dello sciopero dei trasporti che getta nel caos l’Italia intera. Mi raggiungono gli ultimi dati sull’inquinamento che provoca milioni di morti e gravi malattie specie a vecchi e bambini. Non mancano le buone intenzioni e le dichiarazioni solenni che coprono una cattiva coscienza e la tentazione di assegnare le maggiori responsabilità a Cina e India, i maggiori “inquinatoti” del pianeta. In Italia tentiamo di svuotare il mare con un secchiello sottratto ai giochi dei bambini che continuano a costruire castelli di sabbia. Quando si è superato ogni livello di guardia ci affidiamo ai blocchi del traffico, alle targhe alterne, con le polveri sottili che non calano, specie se, come quest’anno, non piove e la nebbia costituisce un ulteriore tappo nell’atmosfera.

Siamo ormai in primavera, le giornate si allungano come i tramonti e i problemi che ci hanno afflitto in inverno vengono dimenticati. Sarebbe bello almeno se se ne discutesse, se i grandi temi dell’ambiente e dell’inquinamento rientrassero nel pubblico dibattito, sottolineatura significativa nella prospettazione di programmi, di candidature  a sindaco e di un loro confronto. Prevale purtroppo il frullato d’aria propagandistico, lo scaricabarile, le accuse, le recriminazioni e strumentalizzazioni reciproche con lo sguardo rivolto soprattutto agli equilibri della politica nazionale . Che resta certamente componente fondamentale della dialettica complessiva, ma che necessita di un apporto non secondario da parte dei cittadini, seriamente impegnati a scegliere e decidere sulla base di proposte e indicazioni chiare e credibili.

Il governo delle città è la base di costruzione dell’edificio statuale, della promozione di uno spirito pubblico più maturo, il terreno di base per la formazione della comunità e della solidarietà civica. Purtroppo l’esperienza di Roma va in senso contrario e le ostilità in seno ai diversi schieramenti ne sono negativa conferma.

Terminata finalmente la telenovela della candidatura, l’onorevole Giorgia Meloni l’ha voluta festeggiare in piazza del Pantheon con un improvvisato karaoke all’insegna di Viva La Mamma cantata da Battiato. Poco dopo le giungeva il messaggio augurale di Salvini, abile manovratore di tutta l’operazione ai danni di Berlusconi. Tatticismo fin troppo evidente se gli auguri venivano formulati addirittura in romanesco, dimentico il tattico Salvini del suo lumbard e di quel grido “Roma  ladrona” che ci ha tempestato e infastidito per anni.

“Parigi val bene una messa” ma non vale scomodare la storia per questi ragazzotti, come ormai li chiama Berlusconi. La manifestazione di Bologna è ormai un lontano ricordo, tanto più che Salvini ha fatto saltare anche l’ipotesi di accordo per Torino, Bologna e Napoli. Gongolano soprattutto i 5 Stelle che sono i più consolidati rappresentanti dell’anti-politica e della richiesta di un generale repulisti.

Anche il presidente-segretario proprio a Napoli ha una grana non risolta con il pasticcio della candidatura Bassolino che potrebbe trasformarsi in una lista civica fuori dal Pd.  Ma ancora più serio è il caso del senatore Verdini condannato a due anni di carcere per gli intrallazzi intorno alla costruzione della caserma della Finanza a Firenze. Una questione squisitamente politica che tocca allo stesso tempo problemi di moralità e di contrasto alla corruzione, tasto perennemente dolente nei rapporti tra politica e affari nella moralità dell’azione dei politici, al centro ed in periferia, che dovrebbero avere la reputazione candida come la moglie di Cesare, mentre sono spesso  implicati in vicende di arricchimenti e di affari a solo beneficio personale.

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