La Camera ha approvato definitivamente la riduzione dei parlamentari da 945 a 600

Con un voto quasi unanime la Camera ha approvato definitivamente il disegno di legge costituzionale che riduce i deputati a 400 dai 630 attuali ed i senatori a 200 dagli attuali 315.I voti a favore sono stati 553 voti, 14 i contrari e 2 gli astenuti. Trattandosi di un disegno di legge costituzionale, era richiesta la maggioranza assoluta dei componenti dell’Assemblea, pari a 316 voti.

Un applauso dell’Aula, proveniente soprattutto dai banchi del M5s che ha fatto del taglio del numero dei parlamentari un suo cavallo di battaglia , ha salutato l’esito della votazione, alla quale era presente il presidente del Consiglio Giuseppe Conte , che ha preso posto al banco del governo tra i ministri Bonafede e D’Incà. A Montecitorio il ministro degli Esteri e capo politico del M5S, Di Maio, si è seduto al banco dei ministri accanto a Federico D’Incà. Nell’emiciclo anche il capo delegazione del Pd nel governo, Dario Franceschini.

LA GIORNATA

“Il nostro è diventato un sì perché sono state accolte le nostre ragioni – ha detto Graziano Delrio, capogruppo Pd alla Camera ai microfoni di Radio Anch’io su Radio Uno -. Noi non dicevamo no in maniera strumentale perché non volevamo ridurre il numero dei parlamentari. Altra cosa è dire che questa riforma è perfetta. Io anche se oggi voterò sì, non dirò che questa riforma è perfetta. Bisogna migliorare ulteriormente il contesto. Noi votavamo no perché non c’era un contesto adeguato, perché questo taglio rischiava di non far rappresentare più alcuni territori. Sei regioni per esempio rischiavano di non avere più senatori. Oppure c’era un rapporto molto squilibrato tra le forze politiche”. L’annuncio del voto favorevole del Pd al taglio dei parlamentari ha scatenato un applauso polemico e contestazioni dai banchi di Lega e FdI perché nelle precedenti tre letture il Pd aveva votato contro questa riforma costituzionale.

A sua volta Giorgia Meloni aveva detto: “Fratelli d’Italia voterà oggi a favore del taglio del numero dei parlamentari. I nostri voti sono stati decisivi nel corso dell’iter parlamentare e lo rivendichiamo con orgoglio. Diminuire il numero di deputati e senatori è un primo passo per ridurre la distanza tra i cittadini e il palazzo ma non basta assolutamente. Due i passi da compiere: l’elezione diretta del Presidente della Repubblica e l’abolizione dell’istituto ottocentesco dei senatori a vita. Su queste due riforme, richieste da anni dai cittadini e sostenute da sempre dalla destra, Fratelli d’Italia lancia un appello a tutto il Parlamento e le forze politiche. Basta perdere tempo”.

Anche la Lega a favore. “Ha sempre votato a favore, non è una posizione nuova ma è un posizione anche storica – ha detto a Start, su Sky TG24 l’ex ministro per le disabilità e la famiglia e parlamentare della Lega Alessandra Locatelli -. Certamente qui c’è in ballo altro, probabilmente quello che potrebbe sembrare quasi un ricatto. Cioè uno scambio di favori tra una parte politica del Governo, che è il M5S, che desidera portarsi a casa questa misura, e dall’altra parte quella del Pd e delle sinistre che vogliono portare a casa qualcosa di molto più sconcertante per il bene degli italiani e del nostro territorio: Ius soli, Ius culturae e un tentativo di maggiore apertura rispetto all’accoglienza. Se dovesse emergere questo sarebbe veramente un attentato nei confronti degli italiani”.

Roberto Giachetti ha annunciato il proprio sì precisando che lo avrebbe fatto solo per lealtà alla maggioranza, ma annunciando l’intenzione di raccogliere le adesioni dei deputati per chiedere il referendum confermativo. “Non c’è dubbio – ha precisato –  che il nostro sistema vada riformato, lo si dice da decenni e lo si è tentato di fare, e più andiamo avanti e più il ritardo è colpevole. E’ il taglio dei parlamentari la risposta? E’ evidente che non lo è. Lo sappiamo tutti che la risposta sarebbe il superamento del bicameralismo”.

Forza Italia ha deciso di votare a favore del taglio dei parlamentari perché – ha spiegato il vice capogruppo Roberto Occhiuto -“interpreta una parte del contenuto della riforma del centrodestra del 2005. Ci siamo chiesti quale atteggiamento tenere. Avevamo la preoccupazione di essere confusi con il M5s: differenziarci dal populismo o rimanere coerenti con i programmi del centrodestra che nel 2005 votò il taglio dei Parlamentari. Fi ha deciso di privilegiare la coerenza. Il taglio dei parlamentari – ha aggiunto Occhiuto rivolgendosi a M5s – non è una vostra invenzione, addirittura è stato già votato due volte, nel 2005 e nel 2015”.

 

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