Di Maio e Salvini propongono il professore Giuseppe Conte come presidente del Consiglio a Mattarella, che convoca per domani i presidenti di Camera e Senato

REDAZIONE – Rispettate le previsioni della vigilia: Luigi Di Maio e Matteo Salvini hanno proposto al presidente Mattarella il nome del professore Giuseppe Conte (foto) per l’incarico di capo del governo “giallo-verde”. E Mattarella subito dopo annuncia la convocazione al Quirinale per domani mattina dei presidenti del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati,  e della Camera, Roberto Fico, per consultarli prima di conferire l’incarico.

All’uscita dai rispettivi colloqui col capo dello Stato, avvenuti separatamente alle 17,30 e alle 18, Di Maio (accompagnato dai capigruppo Toninelli  e da Giulia Grillo) e Salvini (accompagnato da Giorgetti e Centinaio) per correttezza istituzionale non hanno fatto quel nome, ma successivamente, usciti dal Quirinale, hanno detto che la loro proposta riguardava Giuseppe Conte.

Ed ecco le loro dichiarazioni

Di Maio:  «Credo che oggi possiamo dire che siamo di fronte a un momento storico. Abbiamo indicato il nome al presidente della Repubblica che può portare avanti il contratto di governo. Ovviamente il nostro obiettivo era ed è migliorare la qualità della vita degli italiani e in questi 80 giorni abbiamo imposto un metodo: prima si discuteva di temi e poi di nomi. Le questioni degli italiani vengono prima di ogni cosa. Sono orgoglioso di aver portato al governo il nostro programma elettorale, ci sono i 5 stelle, ci sono i nostri 20 punti. Siamo pienamente soddisfatti del lavoro, nei prossimi giorni speriamo che si possa iniziare questo nuovo percorso per la Repubblica. Sono stati 80 giorni in cui ne è valsa la pena prendere tempo perché finalmente nasce la terza Repubblica. Nel contratto di governo ci sono le Cinque stelle, i venti punti indicati in campagna elettorale e tante soluzioni alle sofferenze degli italiani, dal reddito di cittadinanza alla legge Fornero, a più spazi di bilancio in Europa, dalla lotta al gioco d’azzardo, al superamento della buona scuola, alla sanità, con la meritocrazia per chi è a capo degli ospedali. Ci sono le grandi battaglie storiche del M5s, come l’acqua pubblica».

Poi all’esterno del Quirinale Di Maio ha detto di più:  «Giuseppe Conte sarà un premier politico di un governo politico, indicato da due forze politiche, con figure politiche al proprio interno. E soprattutto con il sostegno di due forze politiche votate. No ai cambi di casacca, no a persone che vengono dal gruppo misto e che entrano in altri gruppi. Non era questo lo spirito che volevamo dare al governo».

Salvini: «Nessuno si preoccupi, sarà un governo stabile. Siamo pienamente soddisfatti del lavoro e nei prossimi giorni speriamo che si possa iniziare questo nuovo percorso per la Repubblica. Sono stati 80 giorni in cui è valsa la pena prendere tempo perché finalmente nasce la Terza Repubblica. Abbiamo fatto il nome al Presidente e abbiamo ben chiara la squadra e il progetto di Paese. Siamo vogliosi di partire per far crescere l’economia dell’Italia. Nessuno ha niente da temere. Noi leggiamo con interesse e stupore dichiarazioni che arrivano da ministri e commissari di altri paesi che non hanno nulla di cui preoccuparsi: il governo che vogliamo formare vuole far crescere l’Italia e aumentare il lavoro, renderlo più stabile, e riportare le aziende in Italia. Il governo metterà al centro l’interesse nazionale rispettando tutto e tutti, rispettando tutte le normative e i vincoli. Puntiamo a far crescere l’economia italiana per ridurre il debito a fronte di politiche fallimentari. Abbiamo consegnato il nostro destino e quello del Paese a Mattarella. Noi siamo pronti per questa bellissima avventura che si basa su radici solide, non c’è niente di campato per aria, guardiamo avanti».

CHI E’ GIUSEPPE CONTE

Docente universitario, avvocato,

e un brillante curriculum

costruito in Italia e all’estero

di MARCO DELL’OMO (Ansa) – “Assertivo”, come lui stesso si definisce durante un convegno sulla giustizia, Giuseppe Conte parla in pubblico, nelle poche testimonianze rintracciabili su Youtube, in modo puntuale e con piglio deciso. Già il suo profilo WhatsApp parla per lui: “Scrivetemi come se ogni messaggio costasse 10 euro: vi aiuterà a concentrare il pensiero”, si legge sullo status, accompagnato da una foto con citazione di John F. Kennedy, “every accomplishment starts with the decision to try”.

Di certo il professore di diritto privato in pole per la premiership del governo M5S-Lega ha già mostrato la sua voglia di provare, annunciando qualche mese fa la sua disponibilità “per spirito di servizio” alla candidatura a ministro della pubblica amministrazione, deburocratizzazione e meritocrazia immaginato da Luigi Di Maio in campagna elettorale.

Nato a Volturara Appulla (Foggia), 54 anni, sposato e separato, un figlio di dieci anni, Conte vive a Roma, dove è titolare di un grande studio legale. Insegna a Firenze diritto privato. Nel suo curriculum una laurea in Giurisprudenza all’Università di Roma, una sfilza di master e perfezionamenti in giro per il mondo (Yale, Vienna, Sorbona, New York). Nel 1988 (anno della laurea), era già stato inserito nella commissione di Palazzo Chigi per la riforma del codice civile. Non si contano le collaborazioni con riviste giuridiche, università straniere, i libri e gli articoli pubblicati. Legalità e semplificazione sono le parole d’ordine come rimarcato nel discorso di ‘investitura’ a ministro ombra dei 5 stelle, aperto citando le “specifiche prerogative” affidate dalla Costituzione al presidente della Repubblica nella formazione del governo.

In premessa ricorda il “concetto di etica pubblica”, Stefano Rodotà, e l’articolo 54 della Costituzione che indica per chi ha funzioni pubbliche “il dovere di adempierle con disciplina ed onore”. Combattere “l’ipertrofia normativa” che “penalizza gli onesti” e chi rispetta “le regole è il primo punto che metteva allora in cima al suo programma, insieme alla necessità di “semplificare al massimo tutti i passaggi burocratici”. Idee molto precise Conte le ha elaborate anche in materia di giustizia amministrativa, raccontate a un convegno sulla giustizia organizzato a inizio 2017 dal Movimento 5 Stelle, nel corso del quale evidenziava, tra l’altro, la necessità di superare un “privilegio del potere esecutivo forse dei tempi andati”, quello di designare i componenti del Consiglio di Stato: “Si diceva che consentiva di inserire i grand commis delloStato e dare valore aggiunto” ma “più che una riserva dello Stato rischiano di costituire la riserva del governo in carica”.

Per Conte “autonomia e indipendenza”, della magistratura ma non solo, sono “valori fondanti”. Nel discorso di febbraio 2018 sottolinea la chiamata da parte del Movimento per il ruolo da componente laico del consiglio di presidenza della giustizia amministrativa, da cui ha dato le dimissioni: “In questi 4 anni di alto incarico non ho ricevuto una telefonata una che contenesse qualche indicazione volta a interferire nel delicato incarico che ho ricoperto”.

Giuseppe Conte finora ha operato dietro le quinte dei cinque stelle. Pochi avevano sentito parlare di lui fino a quando Luigi Di Maio in campagna elettorale lo ha presentato come futuro ministro dei cinque stelle per la Pubblica Amministrazione. Tanto stretto il suo rapporto con il leader del M5s che Di Maio gli ha dato l’incarico di scrivere il programma elettorale sulla giustizia e lo ha ingaggiato come suo legale di fiducia.

E’ stato anche componente del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa, carica dalla quale si è dimesso quando Di Maio lo ha voluto tra i suoi ministri. Per avere un’idea del suo orientamento, è sufficiente dare un’occhiata alle sue dichiarazioni durante la presentazione della squadra di governo cinque stelle: “Primo: bisogna drasticamente abolire le leggi inutili, che sono molte più delle 400 indicate da Luigi Di Maio. Secondo: bisogna rafforzare la normativa anti-corruzione prevedendo quelle iniziative che si muovono nello spazio oscuro che precede la corruzione. Terzo: bisogna rivedere, pressoché integralmente, la riforma della cattiva scuola”. Prima del colpo di fulmine per i cinque stelle, Conte è stato un elettore della sinistra: “In passato ho votato a sinistra. Oggi penso che gli schemi ideologici del ‘900 non siano più adeguati. Credo sia più importante valutare l’operato di una forza politica in base a come si posiziona sul rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali. E sulla sua capacità di elaborare programmi utili ai cittadini”.

 

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