di FABIO CAMILLACCI/ Inutile stupirsi: il livello del calcio italiano è questo e il c.t. è quello che è. L’Italia non ha i “top player” che ha la super Spagna (a parte alcuni “senatori” quasi a fine carriera) e nemmeno un commissario tecnico di grido. D’altronde, la squadra più importante allenata in carriera da Giampiero Ventura è il Torino, con tutto il rispetto. Quindi, teniamoci stretto il secondo posto nel girone (ormai quasi aritmetico visto che ci basta un solo punto) e puntiamo tutto sul playoff sperando che la sorte ci riservi un’avversaria abbordabile. La Nazionale ha deluso anche contro Israele a Reggio Emilia, ma, oggi contavano solo i tre punti per blindare il secondo posto nel gruppo alle spalle delle “Furie Rosse” iberiche. Al Mapei Stadium, un’altra brutta Italia s’impone per 1-0 con rete di Ciro Immobile al 53′. Per il resto, spiccano le sgroppate di Candreva e Zappacosta. Punto e basta, anzi: tre punti e basta. Va bene così; con riserva ovviamente.
Azzurri: un primo tempo orribile contro i modesti israeliani. Chi si aspettava una bella reazione dopo l’umiliazione del Bernabeu (3-0 per la Spagna) è rimasto deluso. A parte un finale in crescendo, Nazionale inguardabile e mediocre. Verratti e Insigne sono tornati a fare scena quasi muta: è servita una pioggia di fischi per svegliare almeno gli altri. I primi fischi di una minoranza del Mapei Stadium, si registrano al minuto 16 di Italia-Israele, al termine di un interminabile possesso palla fatto di passaggetti orizzontali tra centrocampisti e difensori. Le cose peggiorerano nel corso della prima frazione di gioco perché Israele piano piano decide di uscire dal guscio con Kabha che furoreggia in mezzo manco fosse Isco. Così arrivano almeno un paio di chiare occasioni per gli ospiti: gran chiusura di Conti, parata di Buffon su Cohen. In tal modo, al 45′ i fischi diventano collettivi: se non unanimi, maggioritari. E sono fischi che finalmente svegliano gli azzurri. A inizio ripresa infatti, Immobile colleziona tre occasioni in 7 minuti. Quella buona arriva al 7′: cross dal fondo e colpo di testa vincente di Ciro sul secondo palo.
Conclusioni. Come detto in apertura di articolo, l’impressione è che la strada della risalita azzurra sia ancora lunga e che bisognerà cambiare qualcosa, a livello di modulo di gioco, se si vuole ritrovare il talento di Verratti e Insigne. Il 4-2-4 non è più proponibile caro mister Ventura, detto “Ace”. Però, la realtà del calcio italiano è questa: buoni giocatori ma non fenomeni e un allenatore in versione “Normal One”. Facciamocene una ragione e accontentiamoci di aver ancora un’opportunità per far parte delle squadre che andranno al Mondiale in terra di Russia nella prossima estate.
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