Indagine Emg Acqua-Cedat85: al politico l’eccesso di tv nuoce se non dice cose serie

di ENNIO SIMEONE – “Più vai in tv e più vai giù”: dedicammo questo claim a Matteo Renzi alla vigilia del referendum sulla riforma costituzionale. La conferma che ci avevamo azzeccato ci arrivò la sera del 4 dicembre.

La convalida scientifica ci arriva oggi dalla autorevolezza di chi per professione riesce a scandagliare gli umori dell’opinione pubblica: l’indagine condotta – con il supporto delle soluzioni altamente tecnologiche Mediamonitor di Cedat 85 – dalla società di ricerche EMG Acqua di Fabrizio Masia, che elabora anche i sondaggi  politici per il Tg di Enrico Mentana su La7.

Oggetto della ricerca: l’analisi della presenza dei principali politici in tv misurata nell’arco di tre settimane, influenzate in questo caso – va precisato – dal concomitante svolgimento della parte finale delle primarie congressuali del Pd  per la scelta del nuovo segretario.

I risultati sono stati illustrati, con l’ausilio di  molte slide, nella sede della Cedat, a Roma,  da Fabrizio Masia e commentati da Carlo Freccero (cda Rai) e dal giornalista Alessandro De Angelis dell’Uffington Post.

La massa di dati – che si riferisce agli spazi  dedicati da Rai1, Rai2, Rai3, Rainews 24, Canale 5, Rete4, Italia 1, Tgcom24, e SkyTg24 a  quattordici personalità politiche: Sergio Mattarella, Paolo Gentiloni, Matteo Renzi, Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni, Angelino Alfano, Luigi Di Maio, Matteo Salvini, Laura Boldrini, Pietro Grasso, Massimo D’Alema, Andrea Orlando, Michele Emiliano e Nicola Fratoianni – rivela che il “tempo di antenna” concesso ad un politico  non ha alcun nesso con l’indice di gradimento, cioè con la fiducia che i cittadini accordano a quella persona. L’esempio più evidente viene proprio da Matteo Renzi. Il quale, a fronte di un primato senza paragoni nella occupazione dei canali televisivi (indice 28,3) scende a quota 22 nella graduatoria della fiducia, cioè ben 4 punti al di sotto di Paolo Gentiloni (26) che nella graduatori del tempo di antenna è appena a quota 11,3. Al tempo stesso Sergio Mattarella, con un tempo di antenna a quota 7,8, svetta in testa alla classifica della fiducia a quota 37.

Non vi è nesso – come ha fatto notare Masia e ha ribadito nelle sue acute note di commento Alessandro De Angelis – nemmeno tra competenza riconosciuta e attrazione. La prova viene dal raffronto che riguarda Massimo D’Alema: alto il giudizio sulla sua competenza ma basso l’indice di attrazione. Viceversa Silvio Berlusconi ha un indice di attrazione pari a quello che gli viene attribuito quanto a competenza e preparazione.

Infine, se si va a misurare la distinzione che il pubblico fa tra l’indice di popolarità di un politico e la sua serietà, Renzi ne esce abbastanza male. Insomma non basta apparire: occorre farlo dicendo, però, cose che la gente consideri valide e serie. Altrimenti meglio se si tiene lontano dalle telecamere.

Questa, in estrema sintesi, la fotografia che le rilevazioni, le elaborazioni e gli algoritmi di EMG e Cedat ci offrono, ma c’è ancora un “lato oscuro” che andrebbe scandagliato al di là dei numeri: lo ha segnalato Carlo Freccero, il quale, da vecchia volpe del sistema televisivo, ha fatto rilevare che i numeri non bastano a dire tutta la verità, perché i numeri sono fatti di persone e le persone che compongono la platea degli spettatori (per esempio, tra Rai 1 e Rete4, tra Canale 5 e Sky) sono molto diverse tra loro e diversamente influenzabili, e molto diversi sono i loro comportamenti quando entrano nella cabina elettorale.

Il fondatore di Cedat85, Gianfranco Mazzoccoli, a conclusione dell’incontro ha ammesso che questo è vero, ma ha assicurato che è un obiettivo al quale la sua struttura, in costante evoluzione, punterà, come ha fatto finora con gli obiettivi ambiziosi raggiunti su scala internazionale nei suoi 32 anni di attività.

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Fondata nel 1985, Cedat 85 si occupa di fornitura di contenuti provenienti dal parlato (resocontazione, sottotitolazione, trascrizione automatica) e dello sviluppo delle tecnologie utili per il trattamento (anche automatico) del linguaggio. In virtù dei cospicui investimenti in ricerca e sviluppo, della politica di formazione che coinvolge personale dipendente e collaboratori, Cedat 85 si distingue oggi sul mercato per capacità, competenza specifica e innovazione, tanto da rappresentare il punto di riferimento di clienti prestigiosi tra i quali si annoverano istituzioni pubbliche nazionali (Camera dei Deputati, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Corte dei Conti, Consiglio Superiore della Magistratura, Ministeri, diversi Consiglio Regionali), Università e importanti gruppi privati.

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