In Sardegna guerra alle foto omosex della mostra di Egle Picozzi

Una delle foto di Egle Picozzi a OristanoA Oristano si sono limitati a farle sparire. A Palmas Arborea, pochi chilometri di distanza, le hanno bruciate. Le fotografie che raccontano l’amore omosessuale scatenano la rabbia omofoba, ma Oristano e Palmas Arborea non ci stanno a passare per comunità bacchettone e intolleranti e la solidarietà agli artisti presi di mira per le loro opere parte dal web.

Nella città che ha dedicato una statua alla giudicessa Eleonora D’Arborea è accaduto che l’installazione artistica della fotografa oristanese Egle Picozzi è durata solo una notte. Le caste fotografie di due coppie omosessuali, una maschile e una femminile, scattate nel salotto buono e nella camera da letto di un prestigioso palazzo padronale dell’800 e sistemate con cura sul lastricato, sui lampioni e sugli alberi di piazza Roma e piazza Eleonora sono state spazzate via mentre partiva da anonimi una segnalazione alla Questura.

Le foto di un altro fotografo sardo, Gianluca Vassallo, “49 baci omosessuali in memoria delle 49 vittime della strage omofoba di Orlando”, approdate a Palmas Arborea dopo essere passate per Roma, Milano e Firenze, sono state strappate e bruciate nella pubblica piazza da un solitario e per ora anonimo abitante del paese.

A Oristano, la sollevazione contro l’intolleranza è partita dal web. Subito una petizione su Change.org che ha già raccolto 500 adesioni e i post di solidarietà sono la stragrande maggioranza anche se non mancano quelli di chi non avendo il coraggio di attaccare le fotografie di Egle Picozzi per il loro contenuto le attaccano sul piano artistico trascurando il fatto che le immagini della fotografa oristanese sulla sua malattia, la sclerosi multipla, siano state da poco premiate a Parigi. A Palmas Arborea la risposta era già nel lavoro dei 17 giovani del paese che si erano quotati per portare nel loro centro le fotografie di Vassallo in memoria delle 49 vittime di Orlando.

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