Impresa dell’Italia agli Europei di calcio: liquidata la Spagna con un meritato 2 a 0. La gioia di Conte e degli Azzurri

Italy's Graziano Pelle scores his side's second goal during the Euro 2016 round of 16 soccer match between Italy and Spain, at the Stade de France, in Saint-Denis, north of Paris, Monday, June 27, 2016. (AP Photo/Frank Augstein)
Il secondo gol di Pellè (AP Photo/Frank Augstein)

di FABIO CAMILLACCI/

Stavolta vinciamo noi: dopo l’eliminazione ai rigori a Euro 2008 e lo 0-4 rimediato nella finalissima di Euro 2012, l’Italia si prende la rivincita sulla Spagna, la stende per 2-0 e la butta fuori da Euro 2016. Erano ben 22 anni che gli azzurri in partite ufficiali non riuscivano a sconfiggere gli iberici: dal Mondiale di USA ’94. Primo tempo tutto di marca azzurra. Un’ottima Italia chiude la prima frazione di gioco avanti di un gol, grazie alla rete di Chiellini al 33′: tap-in vincente del difensore della Juventus dopo una corta respinta di De Gea su calcio di punizione battuto da Eder. ItalConte affamata di pressing e veloce nelle ripartenze, mette subito alle corde le “Furie Rosse” campioni d’Europa in carica, apparse però irriconoscibili nei primi 45 minuti di gioco. Non a caso il portiere spagnolo del Manchester United si deve superare in almeno altre tre occasioni per salvare il risultato. Nella ripresa però cambia il copione della gara: è la Spagna a fare la partita a caccia del pareggio: bravo capitan Buffon ad abbassare la saracinesca. Gli azzurri in contropiede mancano in più di un’occasione il colpo del ko: clamoroso l’errore di Eder sul quale è ancora una volta bravo De Gea. Girandola di sostituzioni di Conte per far respirare una squadra sulle gambe e a corto di fiato dopo aver speso tantissimo nel primo tempo: dentro Thiago Motta, Insigne e Darmian al posto di De Rossi, Eder e Florenzi. Si soffre fino all’ultimo secondo. Letteralmente strepitoso Buffon all’89’ su tiro ravvicinato di Piquè. Poi al primo dei 4 minuti di recupero arriva finalmente il gol della liberazione, la rete di Pellè (foto), ancora lui: l’uomo della “zona Cesarini” come contro il Belgio.

La gioia irrefrenabile di Antonio Conte. A fine partita il ct azzurro è letteralmente scatenato, come un capotifoso esalta i 10 mila italiani presenti sugli spalti dello stadio “Saint-Denis” di Parigi: “Lo sapevo, ero ottimista perchè i ragazzi hanno dentro qualcosa di importante, qualcoso di fuori dall’ordinario. I ragazzi sono stati veramente straordinari; abbiamo dimostrato che l’Italia non è solo ‘il catenaccio’. Adesso ci attende la Germania campione del mondo, sarà dura ma noi siamo l’Italia”.

Chiellini, un difensore goleador che spiana la strada all’Italia. I commenti azzurri dopo la grande gioia. Quattro anni fa arrivò stremato alla finale, lui come tutta l’Italia, e quando Fabregas lo puntò Giorgio Chiellini si fece saltare: arrivò l’1-0, poi King Kong fu costretto a uscire, perché non stava bene. Da Kiev a Parigi cambia tutto: ora i pugni sbattono sul petto, dopo il gol che apre il capolavoro azzurro. La Spagna campione, oggi, va a casa e Chiello è felice: “Ci siamo tolti qualche sassolone, non sassolino, che avevamo in arretrato da Kiev, passando da Vienna e poi Fortaleza. Oggi la vittoria l’abbiamo voluta, meritata, l’abbiamo tirata per le lunghe perché meritavamo di chiuderla prima, infatti nell’ultimo quarto d’ora abbiamo sofferto ma avevamo dietro un santo (Buffon, n.d.r.) che ha preso tutto. Si vede che avevamo qualcosa dentro, che lo volevamo di più”. Chiellini eroe e pure veggente stando al racconto di Pellè: “Mi ha detto che avrebbe fatto gol sulla respinta di De Gea”. Come col Belgio, poi l’ha chiusa proprio il centravanti: “Abbiamo dimostrato di saper soffrire e di saper essere cattivi”. Cattivi, ma anche belli, come spiega Bonucci, facendo eco a Conte: “In campo abbiamo messo le nostre caratteristiche, la cattiveria e il sacrificio servono sempre, ma siamo stati anche belli, abbiamo giocato a calcio facendo le cose che avevamo provato in allenamento e credo che la gente si sia divertita vedendo due grandi squadre che si sono affrontate senza mai tirarsi indietro. Conte è stato fondamentale, perché siamo privi di grossi talenti e dovevamo formare una squadra con un’idea di gioco, credo che in questo Conte sia un maestro”. Un professore di calcio che divide il ruolo di motivatore con i suoi ragazzi e Giaccherini rivela: “Prima della partita oggi è toccato a me parlare alla squadra e ho detto che avremmo dovuto mettere tanto cuore, io l’ho messo così, è ciò che so fare meglio”.

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