C’è un ministro dell’Interno, onnipresente con i suoi selfie in televisione, che si dichiara garante della sicurezza, e che è andato anche all’ospedale pediatrico Santobono in visita alla piccola Noemi che si dibatte tra la vita e la morte dopo essere stata colpita in un agguato di camorra in pieno giorno davanti a un bar in una piazza della città, ma questi stesso ministro non ha fatto nulla per impedire

che il cantiere per i lavori di restyling di Porta Capuana, a brevissima distanza quella piazza e finanziati nell’ambito del Grande Progetto Unesco, venisse abbandonato dalla ditta appaltatrice per sottrarsi alle minacce del racket delle estorsioni.
Quell’impresa – che aveva denunciato in Questura le pressioni ricevute dalla malavita – si è vista costretta, per evitare il peggio, a ritirare uomini e mezzi precipitosamente e a chiudere il cantiere. L’assalto estorsivo si è fatto insistente nelle ultime 48 ore: martedì mattina un uomo in scooter, protetto da un casco integrale, si è presentato in cantiere e ha ordinato perentoriamente: “Chiudete il cantiere e venite a parlare, altrimenti vi spariamo uno ad uno”. Dopo di che ha continuato ad aggirarsi nei pressi con la sua moto.
Passate appena 24 ore, l’uomo si è ripresentato davanti al cantiere ripetendo l’ingiunzione agli operai presenti, evidentemente sicuro di godere dell’impunità, dal momento che la denuncia non aveva sortito alcun effetto.
A questo punto i titoli della ditta – la Spinosa Costruzioni di Isernia – ha deciso di sospendere le attività e far tornare a casa sia la squadra di operai e tecnici sia i macchinari.
E così il restyling di Porta Capuana e il finanziamento dell’Unesco sono andati a farsi benedire. E di conseguenza sono andati a farsi benedire gli altisonanti annunci televisivi del ministro che dovrebbe occuparsi della sicurezza in Italia, affidata…alla legittima difesa del cittadino. A meno che per azione “sblocca-cantieri” non s’intenda quella compiuta dall’uomo con casco integrale presentatosi in moto a Porta Capuana.
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