Il promotore di giustizia vaticano chiede una pena di 7 anni e 3 mesi di reclusione per il cardinale Angelo Becciu

Il cardinale Angelo Becciu, sostituto della Segreteria di Stato vaticana, in una foto scattata  durante la presentazione di una iniziativa internazionale basata sugli eroi di tutti i giorni, presso la Filmoteca Vaticana nel febbraio 2018. (foto Ansa di Angelo Carconi) 

A conclusione di una dura requisitoria nel processo Vaticano sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato e sullo scandalo finanziario legato alla compravendita del Palazzo londinese il  promotore di giustizia Vaticano Alessandro Diddi  ha chiesto “una pena esemplare” per l’imputato, il  cardinale Angelo Becciu).  Il Promotore di giustizia, inoltre, tra i dieci imputati nel processo davanti al Tribunale vaticano per peculato e abuso  d’ufficio, ha chiesto di  confiscare una somma, per il danno che avrebbe arrecato, pari a 14 milioni di euro. Prima di formalizzare le richieste di condanna per i dieci imputati,  il pm Diddi ha sottolineato che “nonostante siano stati commessi molti reati contro il patrimonio, qui nessuno ha avanzato offerte di  risarcimento del danno. E non parliamo di persone disagiate“. Nel dettaglio,  per il cardinale Becciu, così come per Renè Brullhart, ex Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Autorità di Informazione  Finanziaria della Città del Vaticano, e per la manager sarda Cecilia  Marogna, il Promotore di giustizia ha chiesto al Tribunale di  applicare una multa di 10.329 euro.

Inoltre il Promotore di giustizia vaticano ha affermato nella requisitoria che “la strategia del cardinale Angelo Becciu è che bisogna interferire con le  indagini, non interagire con i magistrati. Questo è stato il suo modus operandi, sempre, da subito fino ad oggi“.  E ha ribadito: “Da parte di Becciu c’è stata pervicacia nell’utilizzare anche la leva mediatica come una specie di clava per delegittimare la figura e l’operato del promotore di giustizia. I magistrati restano il principale obiettivo della strategia difensiva del cardinale Becciu“. Leggendo il contento di alcune chat di Becciu con i familiari, il promotore di giustizia ha aggiunto: “Sono amareggiato per il livello a cui il cardinale ha potuto abbassare questo processo, senza il minimo gesto leale nei nostri confronti“.

Immediata la reazione dei difensori alle dichiarazioni di Diddi: “Le richieste del Promotore di giustizia non tengono conto degli esiti del processo, che ha dimostrato l’assoluta innocenza del Cardinale per l’operazione relativa al Palazzo di Londra e per ogni altra accusa”, hanno affermato gli avvocati Maria Concetta Marzo e Fabio Viglione,  proseguendo così nello loro contestazione: “Sulla base di teoremi clamorosamente smentiti in dibattimento, il Promotore di Giustizia ha continuato a sostenere una tesi sganciata dalle prove e ne prendiamo atto. Quanto alle richieste del Promotore, neanche un giorno sarebbe una pena giusta. Solo il riconoscimento dell’assoluta innocenza e l’assoluzione piena rispecchiano quanto accertato in modo chiarissimo. Il Cardinale è stato sempre un fedele servitore della Chiesa ed ha sofferto in silenzio, difendendosi nel processo e partecipando attivamente alle udienze. Sottoponendosi per diverse giornate ad estenuanti interrogatori ha chiarito ogni equivoco, dimostrando assoluta buona fede e correttezza“.

In aula per i 10 imputati sono state richieste dai magistrati pene complessive per un totale di 73 anni e un mese di reclusione, più pene interdittive e pecuniarie di vario tipo.

 

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