Secondo l’analisi costi-benefici redatta dalla Commissione ministeriale sulla Tav, i costi della Torino-Lione superano di 7-8 miliardi i benefici, mentre il rischio massimo delle penali e dei rimborsi sarebbe di 1,7 miliardi.
Il ministro delle Infrastrutture, Toninelli, commenta: «Numeri impietosi, ma deciderà il governo». Il M5s ribadisce: “Lo stop è l’unica via”. Ma il commissario straordinario Foietta attacca: «Dalla farsa alla truffa. Un’analisi realizzata per far quadrare i conti in base a quel che vuole il padrone». Le imprese torinesi parlano di «numeri risultato di un lancio di dadi». Il presidente di Confindustria, Boccia, rilancia ragiona così: «E’ una grande occasione per dare lavoro a 50mila persone, a noi basta». Salvini dice: «Non ho ancora letto le carte, le leggerò», poi in serata aggiunge: «Leggerò le carte ma resto della mia idea. Chi le ha lette mi dice che ci sono dati un po’ strani che ci confermano l’idea di andare avanti. Ci sono argomenti dell’analisi costi-benefici su cui potremmo discutere e discuteremo attorno a un tavolo: troveremo una sintesi di buonsenso».
Il sottosegretario leghista alle Infrastrutture, Armando Siri, entrando anche nel dettaglio, sostiene che «valutare come costi i mancati incassi da accise e pedaggi è un po’ fuori luogo». Ad ogni modo, sottolinea, «è la politica a fare le scelte strategiche e di contesto. Sarebbe un peccato perdere un’occasione così importante».
Il presidente del parlamento europeo, il berlusconiano Antonio Tajani, ha dichiarato: «A Conte ho riportato la posizione del Parlamento Ue, che è favorevole a realizzare le infrastrutture, quindi riteniamo di prioritario interesse per l’Europa la realizzazione anche della Tav. Per quanto mi riguarda, la Tav è un’opera prioritaria e da commissario ai trasporti abbiamo finanziato la parte europea transfrontaliera, ritengo che quei soldi debbano essere investiti bene e non buttati al vento perché cinque capricciosi esperti no-tav hanno detto che non si deve fare».
La sindaca di Torino Chiara Appendino commenta: «L’analisi conferma i dubbi sull’utilità dell’opera, ma la scelta spetta al Governo».
Ma in serata – a contestare le valutazioni della commissione – arriva il parere di un membro della stessa commissione, il professore Pierluigi Coppola, che si era dimesso per non partecipare alla stesura finale del testo. Coppola parla di un testo che avrebbe lo scopo di accontentare il governo, come se nel governo i pareri fossero tutti uguali e invece si sa bene che il vice presidente del Consiglio, Salvini, capo politico della Lega, è favorevole alla realizzazione della Tav mentre l’altro vicepresidente, Di Maio, capo politico dei M5s, è contrario.
Comunque Coppola ha consegnato al ministro Danilo Toninelli una nota con ulteriori elementi di valutazione che si discostano dalle conclusioni ufficiali della relazione costi-benefici della Tav.
Poi c’è l’aspetto della eventuale penale cache l’Italia dovrebbe pagare in caso di rinuncia. Il Mit calcola una penale tra 10 e il 30% prevista a titolo di risarcimento per lo scioglimento dei contratti, penale che non va parametrata sul costo totale dell’opera ma sui contratti effettivamente in essere al momento, cioè su circa 1,3 miliardi: il conto finale per questa voce si aggirerebbe tra i 130 e i 400 milioni. E’ quanto precisa il ministero delle Infrastrutture e Trasporti, secondo il quale nelle conclusioni dell’analisi giuridica “è presente un errore materiale macroscopico che determina un eventuale costo di uscita dall’opera abnorme rispetto alla realtà”.
Lo scioglimento del progetto della Tav costerebbe al massimo, tra penali e rimborsi, 1,7 miliardi. E’ il nuovo calcolo che è possibile fare dopo che il Mit ha corretto una delle voci – quella relativa allo scioglimento dei contratti in corso – indicata nella Relazione tecnico giuridica sulla Tav. L’analisi, pur non sbilanciandosi sugli eventuali esborsi, indica un massimo di 400 milioni per lo stop ai contratti, di 81 milioni per violazione dell’accordo, di 400 milioni per la rivalsa francese, di 535 e di 297 milioni per importi Ue da restituire o non incassare.
IL DOCUMENTO UFFICIALE – Sul sito del Ministero delle Infrastrutture comunque è stato pubblicato il testo integrale della Commissione di tecnici su costi- benefici dell’opera. «L’analisi condotta – scrivono nelle conclusioni gli esperti del Mit – mostra come, assumendo come dati di input relativamente alla crescita dei flussi di merce e dei passeggeri e agli effetti di cambio modale quelli non verosimili contenuti nell’analisi costi-benefici redatta nell’anno 2011, il progetto presenta una redditività fortemente negativa”. “Nello scenario ‘realistico’ – scrivono – il valore attuale netto economico (Vane), ovvero il saldo tra i costi e i benefici, risulta pari rispettivamente a -6.995 milioni considerando i costi ‘a finire’ (escludendo i soldi già spesi) e a -7.949 milioni qualora si faccia riferimento al costo intero”. La Tav – si legge ancora – avrebbe un impatto sulle finanze pubbliche degli Stati interessati superiore alla sola somma dei costi di investimento e di gestione: a questi devono infatti essere sommate le minori accise che – si legge nell’analisi costi-benefici del Ministero delle infrastrutture e trasporti – portano il bilancio complessivo da 10 a 11,6 miliardi (flussi attualizzati) nello scenario “realistico” e a 16 miliardi in quello “Osservatorio2011”.
Nel decidere sulla Torino-Lione “auspichiamo che il Governo abbia una unica e grande priorità: l’occupazione, il lavoro. L’apertura di questi cantieri a regime determina 50mila posti di lavoro”, dice il leader di Confindustria, Vincenzo Boccia. “Se per il Governo questo basta… A noi basta come analisi costi-opportunità, in una fase delicata per l’economia, in cui va messo al centro il lavoro. E’ una grande occasione per dare lavoro a 50mila persone. Io l’analisi già l’ho fatta: ho indicato un dato, a noi basta”.
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