Il paese dell’assenteismo tra uno sciopero all’Atac e i soliti cartellini a Rossano Calabro

Immagine timbratura cartellino

Dopo un assurdo sciopero (limitato dal prefetto a sole 4 ore mattutine)  indetto da alcuni sindacati autonomi per protestare contro l’abolizione della festività del 21aprile per il “natale di Roma”, c’è stato nella capitale il rischio che potesse non riprendere regolarmente il   servizio del servizio di trasporto pubblico a causa dell’alto “assenteismo rilevato”. La denuncia è dell’Atac. L’azienda pubblica di trasporto precisa in una nota che “in coincidenza con la giornata di sciopero di oggi” è stato “rilevato un notevole aumento dei casi di malattia e di richieste di utilizzo di permessi in particolare sulla linea B della metropolitana, dove risultano scoperti il triplo dei turni rispetto alla media”.

L’Atac informa inoltre che “l’azienda si è attivata immediatamente per inviare visite fiscali a domicilio e verificare la legittimità di accesso ai permessi richiesti a al contempo ha inviato tutte le risorse disponibili sul territorio, a cominciare dai dirigenti, a supporto delle attività di esercizio”. “Il grado di assenteismo rilevato, al di là delle adesioni allo sciopero – conclude l’azienda di trasporto pubblico capitolina – rischia di prolungare i tempi di riapertura delle linee  oltre l’orario di ripresa del servizio, prevista per le ore 12.30, disposto dall’ordinanza prefettizia”.

Rossano Calabro: timbravano il cartellino, poi a passeggio.  In orario di servizio i presunti “furbetti del cartellino” si allontanavano dalla postazione di lavoro per fare acquisti, andare dal meccanico o, più semplicemente, dedicarsi a passeggiate sul lungomare. A conclusione delle indagini della Guardia di finanza, coordinate dalla Procura di Castrovillari, il gip ha emesso 12 ordinanze di custodia cautelare. Nove dipendenti della sede di Rossano (Cosenza) dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza sono stati posti agli arresti domiciliari e altri tre hanno l’obbligo di presentarsi ogni giorno alla Pg. Sono tutti accusati di truffa ai danni dello Stato e false attestazioni. “Erano talmente abituati a timbrare ed uscire – ha raccontato il capitano Francesco Coppola, comandante della Compagnia di Rossano della Finanza – che anche questa mattina quando ci siamo recati a notificare le misure cautelari non li abbiamo trovati, ma erano fuori”. Le indagini sono andate avanti per sei mesi tra pedinamenti e videoregistrazioni. Centinaia le ore lavorative falsamente attestate.

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