Il padre del piccolo Aylan lo ha seppellito a Kobane con la moglie e l’altro figlio, annegati

Kobane sepolturaAbdullah Kurdi, il padre del piccolo Aylan (il bimbo curdo di 3 anni la cui foto è  diventata un simbolo mondiale del dramma della migrazione), è tornato nella martoriata città di Kobane per seppellire il figlioletto e tutta la famiglia, morta nel naufragio al largo della costa turca di Bodrum nella notte di mercoledì scorso. Vi è arrivato attraverso la frontiera turca di Suruc, accompagnato da alcuni deputati turchi dell’Akp del presidente Erdogan e del filo-curdo Hdp, tra cui Dilek Ocalan, la nipote del leader in prigione del Pkk.

Uscendo dall’obitorio a Yerkesik town, nella provincia turca di Mugla, Abdullah Kurdi aveva raccontato gli ultimi momenti della sua tragica disavventura: ”Siamo scesi da una barca e un’ora dopo siamo saliti su un’altra dove c’era un uomo turco. Noi eravamo in 12 e la barca era stracarica. Eravamo in mare da pochissimi minuti ma le onde erano alte, l’uomo che guidava la barca ha sterzato e noi siamo andati a sbattere. Lui è andato nel panico e si è gettato in mare, scappando. Ma le onde erano altissime e la barca si è capovolta. Quando la barca si è rovesciata, ho preso mia moglie e i miei bambini tra le braccia ma mi sono accorto che erano morti’’.  Ha 40 anni, veniva dalla Siria. Vi è tornato, senza più la sua famiglia.  ”I miei bambini erano meravigliosi. Mi svegliavano la mattina perché giocassi con loro. Ora non ci sono più. Adesso tutto quello che voglio è stare seduto accanto alla tomba di mia moglie e dei miei figli”.

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