Il presidente Giuseppe Conte ha presentato le dimissioni del suo governo al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha annunciato l’inizio delle consultazioni delle forze politiche per la soluzione della crisi a partire dal pomeriggio di mercoledì, invitando il governo a restare in carica per l’ordinaria amministrazione, ovvero“il disbrigo degli affari correnti” (nei quali rientrano anche gli atti legislativi regolamentari ed amministrativi necessari per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid 19 e ogni relativa conseguenza, secondo quanto prevede la direttiva della Presidenza del Consiglio inviata ai ministri, vice ministri e sottosegretari, nella quale vengono tratteggiati gli ambiti dell’azione del governo, compreso il decreto Ristori 5 per aiutare le categorie in difficoltà economiche per la pandemia).
Conte è uscito in auto dal Quirinale, dopo mezz’ora di colloquio col capo dello Stato, e si è recato in Senato per incontrare la presidente Elisabetta Casellati e alla Camera per incontrare il presidente Fico (rispettivamente seconda e terza carica dello Stato). La riunione del Consiglio dei ministri, nella quale Conte aveva comunicato la decisione di rassegnare le dimissioni, si era chiusa con un lungo applauso dei ministri al suo indirizzo dopo che il presidente aveva ringraziato “l’intera squadra di governo e ogni singolo ministro, per ogni giorno di questi mesi durante i quali si è lavorato insieme”.
I capi delegazione del M5s Alfonso Bonafede, del Pd Dario Franceschini e di Leu Roberto Speranza avrebbero ribadito in Consiglio dei ministri il loro sostegno a Giuseppe Conte, dopo che il presidente del Consiglio ha comunicato la sua decisione di dimettersi. “Abbiamo affrontato la pandemia e una delle fasi più difficili della storia repubblicana al meglio delle nostre capacità e, crediamo, con molti risultati positivi, grazie alla guida del presidente Conte e al sostegno delle nostre forze politiche“, ha detto Dario Franceschini. “Questo cammino ci consente oggi di pensare a questa maggioranza anche in prospettiva, come una area di forze riformiste alleate non solo temporaneamente. Per questo è fondamentale salvare questa prospettiva anche nel percorso della crisi che abbiamo davanti“.
“Credo che il Pd abbia dimostrato di essere un partito di grandissima responsabilità – ha affermato la vicepresidente del Pd Deborah Serracchiani allo speciale Tg1 -, il Pd è unito e c’è bisgno di essere un punto fermo in un percorso strettissimo e complicato. Abbiamo bisogno di rilanciare l’azione di governo e lo abbiamo detto anche prima di questa crisi che è incomprensibile. Il punto imprescindibile è Conte e bisogna allargare e rilanciare l’azione di governo. Nessuno può mettere veti a nessuno e in politica mai dire mai. La crisi è una battuta di arresto che ci preoccupa imemsamente, e prendiamo atto che lo steso Renzi ha detto che non ci debbano essere veti su Conte. Cerchiamo di fare ragionamenti solidi in tempi brevi“.
Un messaggio arriva ancha dal presidente Cei. La Chiesa “non è di questa o di quell’altra parte – ha detto il cardinale Gualtiero Bassetti -. Quello che ci sta a cuore è il bene di ogni persona e di ognuno insieme agli altri, quello di cui c’importa è la vita delle persone, quello che sosteniamo è il nostro Paese. Guardiamo con attenzione e preoccupazione alla verifica politica in corso in uno scenario già reso precario dalla situazione che stiamo vivendo. Auspichiamo che la classe politica collabori al servizio dei cittadini, uomini e donne, che ogni giorno in tutta Italia lavorano in operoso silenzio e che si giunga a una soluzione che tenga conto delle tante criticità“.
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