Gino Bartali, un mito del ciclismo alla Maturità. Gli storici dello sport applaudono la scelta del Miur senza precedenti

di RAFFAELE CICCARELLI*/ Il 17 marzo 2012 Siss (Società italia di storia dello sport) scriveva al Sole 24 facendo presente che nel loro meritevole lancio di un “Manifesto per la cultura” mancava l’attenzione allo sport, un bene culturale a tutto tondo, come ben sa chi da anni opera nel settore della ricerca e della divulgazione dello sport, inteso come fenomeno sociale trasversale e non solo come spettacolo “della domenica”. In quel contesto l’Associazione che riunisce i principali storici dello sport italiani fece presente, dopo un breve excursus sulla costante presenza di questo fenomeno in ogni epoca, pur con nomi diversi, che:

“… l’arte ginnastica è cambiata e lo sport ha assunto caratteristiche che lo rendono il fenomeno di massa tra i più importanti del Novecento, uno spettacolo spesso incline alla perdita dei suoi valori intrinseci: la lealtà, la solidarietà nel lavoro di squadra, il rispetto delle regole, il senso di giustizia. Per non dire dell’abbandono del senso dell’estetica. Perché se lo sport è visto solo come spettacolo, allora si affaccia il business, la scommessa, spesso la truffa, l’imbroglio, il doping e poi il tifo, la violenza degli ultràs e via discorrendo. Un’immagine che tutti conosciamo e che trapela dai rotocalchi in maniera così forte da rappresentare infine tutto lo sport in assoluto, come se lo sport fosse questo.

Nè vale a rivalutare questo fenomeno sociale il suo relegarlo a strumento igienico-terapeutico, per la salvaguardia della salute. Non si può puntare allo sport solo in base ad una “ideologia” salutistica, solo perché si ha a cuore la salute dei cittadini. Non si può recuperare l’educazione fisica nella scuola solo per scongiurare il pericolo di obesità dei bambini. Non si può parlare di sport solo per la conquista del benessere psicofisico (anche se questo è un passo avanti rispetto all’utilizzo esclusivo dello sport a fine igienico), con l’evidente pericolo riduzionista di un fenomeno così vasto e complesso. I valori dello sport rappresentano un capitale sociale importante perlomeno altrettanto quanto la salute. E ne fanno elemento di cultura irrinunciabile.” (“Per il binomio sport-creatività”, Il Sole 24h di sabato 17 marzo 2012).

Oggi, a distanza dunque di più di sette anni, ci troviamo a ridiscutere di questi temi all’indomani della prova di italiano dell’esame di maturità, tappa carica di significati di “rito di passaggio” verso l’età adulta per i giovani. Quanti di costoro, nella famosa “notte prima degli esami” avranno pensato a un probabile tema di storia dello sport? forse solo gli studenti dei licei sportivi, il cui primo ciclo quinquennale si chiude proprio questo anno e che per vari motivi (sensibilità dei docenti verso la materia storico-sportiva, programmazione curriculare, creatività e fantasia ecc.) avevano avuto qualche primo più o meno completo rudimento di storia dello sport.

Il “Ginettaccio” nazionale. La figura di Bartali è sicuramente tra quelle “mitiche”, emblematiche non solo di passioni sportive, predilezioni, emozioni che forse unicamente il Tour e il Giro ancora oggi sanno dare, ma anche per la ricchezza di contenuti storici che racchiudono, fatti e situazioni della grande Storia, come la traccia del tema in questione ben spiegava. “Mitica” a questo punto anche quest’ultima, visto che è la prima volta che gli esperti del Miur volgono lo sguardo allo sport, dando vita a un suo vero e proprio sdoganamento presso la comunità accademica. Si, perché i giovani da sempre propendono per lo sport, che per loro rappresenta una forma di linguaggio chiaro e accessibile, oltre che amato, mentre i dubbiosi, quelli che hanno “la puzza sotto al naso” nei confronti dello sport (che non conoscono e non capiscono) si trovano invece tra coloro che dovrebbero determinare la guida intellettuale della nostra nazione, tanto “tifosa” ma assai poco “sportiva”. Già, perché l’esprit du sport in pochi è presente in Italia, Sistema dello sport compreso. Naturalmente gioiscono e ringraziano gli storici dello sport che vedono un inizio di cambio di rotta e di parziale risarcimento delle tante fatiche finora compiute in difesa di un bene culturale che nulla ha da invidiare agli altri, anzi, che insieme alla musica è tra i preferiti delle giovani generazioni, il futuro di una nazione.

*Storico dello sport

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