False le firme alle note spese di Marino, che non esclude il ritiro delle dimissioni. Iniziati i processi per Roma Capitale

Il sindaco di Roma Ignazio Marino durante la conferenza stampa dell'Ama per illustrare le operazioni riguardanti il risanamento di Ama e il decoro della citt??, Roma 18 giugno 2015. ANSA/ANGELO CARCONI
Il sindaco di Roma Ignazio Marino durante la conferenza stampa dell’Ama per illustrare le operazioni riguardanti il risanamento di Ama e il decoro della citt??, Roma 18 giugno 2015. ANSA/ANGELO CARCONI

Redazione/

“Sono stato ascoltato come persona informata sui fatti, ma non sono indagato”: così il sindaco di Roma Ignazio Marino ha riferito in una conferenza stampa dell’incontro avuto ieri in Procura sulla faccenda, tra l’altro, degli scontrini per le spese sostenute con la carta di credito assegnatagli da Comune. “Ho avuto modo così di  ribadire che non ho mai usato denaro pubblico a scopo privato, semmai il contrario. A New York ho incontrato chi si occupa di housing sociale al termine della mia vacanza estiva e, anche se gli incontri erano istituzionali, mi sono pagato l’albergo da solo. Mi sono dimesso perché ho estremo rispetto per l’autorità giudiziaria e per spiegare i fatti – ha detto – Dunque gli esposti presentati da M5s e Fdi sono vergognosi e in malafede”.

Marino ha fatto rilevare al magistrato della Procura, al quale ha rilasciato dichiarazioni spontanee, che le firme messe in calce alle giustificazioni delle spese non sono le sue ma, evidentemente, di qualche funzionario che  ha ritenuto di attribuirle in relazione al programma di visite del sindaco in Campidoglio.

D’altro canto il suo legale, Enzo Musco, ha fatto notare ai giornalisti: “Chi di voi ricorda con chi ha pranzato 3 mesi fa o 15 mesi fa? Io personalmente non lo ricordo, e il sindaco Marino con i suoi impegni gravosi non può ricordare tutto”. Secondo Musco, il sindaco ha dato ai pm “spiegazioni più che convincenti”.

E poi un nuovo piccolo colpo di scena, in modo da tenere in ansia il suo partito, il Pd: “Così come prevede la legge, e come ho detto nella mia lettera di dimissioni – ha affermato Marino –  pensavo e penso che ho 20 giorni per fare opportune riflessioni e verifiche sulle mie dimissioni”.

E infatti i supporter del sindaco torneranno in piazza del Campidoglio domenica 25 ottobre alle 12 per chiedergli di ritirare le dimissioni. “L’8 ottobre 2015 la democrazia e la città di Roma hanno subito una profonda ferita – si legge nella pagina facebook di Marino ripensaci – Il sindaco Marino, eletto con il 64% dei voti dei romani è stato costretto a presentare le proprie dimissioni a seguito di una serie di manovre politiche. Forte del massiccio consenso popolare che sta ricevendo in queste ore ritorni sui suoi passi”.

Intanto quella patetica figura che è il presidente del Pd nonché commissario del Pd romano per conto di Renzi, Matteo Orfini, fa sapere: “Come abbiamo annunciato ad agosto, il Pd romano si costituirà parte civile nel processo su Mafia capitale. A breve incontreremo nuovamente gli avvocati per ultimare gli atti, poi entro il 5 novembre depositeremo l’istanza”.  A chi gli chiede se sarà ascoltato al processo, in quanto commissario del partito a Roma, Orfini risponde: “Vedremo, se i magistrati lo ritengono necessario”.

Processi per Mafia Capitale. Il giudice dell’udienza preliminare (Gup) di Roma ha respinto la richiesta di rito abbreviato per l‘ex direttore generale di Ama (l’azienda municipalizzata romana per la raccolta e lo smaltimento dell’immondizia) Giovanni Fiscon, accusato di corruzione nell’inchiesta su Mafia Capitale, si è vista respingere la richiesta di rito abbreviato e andrà quindi a processo il 5 novembre nel maxi procedimento che vedrà alla sbarra oltre 40 imputati, tra cui Salvatore Buzzi e Massimo Carminati, presunti capi dell’organizzazione.

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