Escursionisti travolti dalla piena del torrente nel Parco del Pollino in Calabria: 10 morti (tra loro anche un soccorritore dell’hotel di Rigopiano

Sono stati rintracciati, e sono in buone condizioni, tre giovani pugliesi di 21, 22 e 23 anni, che erano stati inseriti nella lista degli escursionisti dati per dispersi nella sciagura verificatasi  ieri nel torrente Raganello che scorre lungo le pendici del Parco del Pollino in Calabria (dove di solito gli appassionati vanno a fare rafting), in cui hanno perduto la vita 10 persone. I tre si erano accampati in località Valle d’Impisa, una località a monte della zona del disastro e dove i cellulari non hanno campo. A dare notizia del loro ritrovamento è stata un’amica che attraverso un twitter ha informato le forze dell’ordine dicendo “sono vivi”.

Al momento dunque si conferma il bilancio di 10 persone morte dopo che nella notte uno dei feriti è deceduto nell’ospedale di Cosenza in conseguenza di un trauma toracico.

Una bambina di 9 anni  è stata trasferita dall’ospedale di Cosenza al Policlinico Gemelli di Roma dove è stata posta in sedazione profonda, con prognosi riservata. La piccola, che viene ventilata artificialmente, presenta insufficienza respiratoria acuta dovuta a inalazione di acqua fangosa. E’ ricoverata nel reparto di terapia intensiva pediatrico diretto dal Professor Giorgio Conti, della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS.

“Al 99,9%”, ha detto il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, assieme al prefetto di Cosenza Paola Galeone, al termine della riunione del Comitato per l’ordine pubblico che si é svolta nel municipio di Civita, “non ci sono più dispersi tra le persone coinvolte dalla piena. Le ricerche comunque proseguiranno ancora per un giorno.

C’era l’allerta gialla. E ricordo a tutti che con l’allerta gialla ci possono anche essere morti”, ha detto il capo Dipartimento della protezione civile, Angelo Borrelli, sulla tragedia del torrente Raganello. Un evento che, ha ricordato ancora Borrelli, “era in qualche modo prevedibile”.

Intanto sul caso la Procura della Repubblica di Castrovillari ha aperto un fascicolo contro ignoti ipotizzando i reati di omicidio colposo, lesioni colpose, inondazione e omissione d’atti d’ufficio. Lo ha riferito il procuratore Eugenio Facciolla. Al momento non è stata disposta l’autopsia sui corpi delle vittime. I corpi, comunque, presentano i traumi tipici del trascinamento in acqua.

A Castrovillari è giunto il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, in visita ai feriti in ospedale. “Ho voluto fortemente essere qui, accanto a queste persone sofferenti, per far sentire anche alle loro famiglie la vicinanza non solo mia ma di tutto il governo”, ha scritto Costa su Facebook. Il ministro si è poi recato a Civita. “Il Paese Italia si è stancato di piangere i morti – ha detto -. Io sono venuto qui proprio per capire chi doveva fare cosa e magari non lo ha fatto”.

E’ giunto anche il messaggio di cordoglio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “Tutto il nostro Paese prova grande tristezza per questa nuova tragedia che ha provocato tanti morti e feriti nel Parco del Pollino. Esprimo la più grande solidarietà ai familiari delle vittime e ai feriti e ringrazio gli uomini del soccorso che hanno operato e stanno tuttora operando, con la consueta abnegazione, in condizioni difficili”.

Le prime testimonianze dei soccorritori sono drammatiche. Una bimba di 8 anni, tra le persone tratte in salvo, è stata trovata vicino a un cadavere. “Era semicosciente ma in evidente stato di shock”, ha raccontato il dirigente medico dell’elisoccorso regionale Calabria Pasquale Gagliardi, che l’ha soccorsa. “Siamo stati tra i primi ad arrivare e ci siamo subito occupati delle persone ferite”, ha raccontato un altro soccorritore, un medico del 118. “Quello che posso dire è che si è trattato di un episodio di inaudita violenza”. “Dai racconti dei sopravvissuti, tutti in forte stato di shock, si è subito delineata la gravità di quanto accaduto”, ha aggiunto. La piena “è stata un vero e proprio tsunami”, ha detto Giacomo Zanfei, vicepresidente del Soccorso alpino Calabria.

Cominciano ad emergere anche le storie delle vittime. Tra le persone decedute c’è anche una delle guide che accompagnavano gli escursionisti, un ragazzo di 32 anni, Antonio De Rasis (foto),  volontario della Protezione civile, che era stato tra i soccorritori intervenuti dopo la valanga che distrusse l’albergo a Rigopiano in Abruzzo.

Tutte le vittime sono state identificate e, al momento, le persone ricoverate sono 11 e si trovano negli ospedali di Castrovillari (quelli meno gravi) e di Cosenza (quelli più gravi: cinque) e uno a Rossano. Le ricerche non si sono mai interrotte e sono andate avanti tutta la notte. Con la luce del giorno è più facile procedere”.

Le operazioni di setaccio che vedono impegnati uomini e mezzi dei Vigili del Fuoco, della Guardia di Finanza e del Soccorso Alpino saranno spostate anche più a valle fino alla foce del torrente con il coinvolgimento della Capitaneria di porto perché c’è il timore che alcune persone siano finite addirittura a mare. “Pensate – ha detto Tansi – che un corpo è stato trovato a distanza di cinque chilometri dal punto dell’alluvione”.

Le persone rimaste coinvolte nell’ondata del torrente facevano parte di  vari gruppi per un totale di 36, provenienti da varie regioni. La Federazione italiana rafting, in un comunicato, precisa che “l’attività in cui erano impegnate le persone coinvolte dell’incidente sul torrente Raganello non era il rafting, ma si trattava di discesa a piedi del torrente”.

Sono andate avanti per tutta la notte, con l’ausilio di due torri faro, le ricerche dei dispersi. “Sono circa 70 – ha detto Tansi – le unità impegnate a setacciare a tappeto l’area interessata da questa tragedia. Circa le cause del disastro, quello che si sa è che le gole sono state saturate dall’acqua piovana caduta copiosamente che ha scaraventato le persone anche a vari chilometri di distanza”.

Una delle vittime dell’ondata del torrente Raganello è una ragazza di 24 anni di Trebisacce. Uno dei feriti, invece, è un cittadino di nazionalità olandese che ha riportato la frattura del bacino.

“Le ondate di piena nel torrente Raganello ci sono spesso d’inverno, ma non era mai capitato d’estate, quando il torrente è molto frequentato dai turisti”, spiega Luca Franzese, responsabile del Soccorso Alpino della Calabria. Questa volta, invece, afferma il soccorritore, l’ondata di piena è arrivata all’improvviso e il livello del torrente ha raggiunto “i due metri, due metri e mezzo. E – ricorda Franzese – era impossibile accorgersene perché in quel tratto non stava nemmeno piovendo”.

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