ELEZIONI REGIONALI NEL LAZIO e IN LOMBARDIA. Si vota anche oggi dalle ore 7 alle ore 15. Ieri l’affluenza alle urne è stata molto bassa in entrambe le regioni: 31,78% in Lombardia e 26,28% nel Lazio

Hanno riaperto stamattina alle 7 e si chiudono questo pomeriggio alle 15 i seggi per le elezioni regionali in Lombardia e nel Lazio per il secondo giorno di votazioni. Fino alle ore 15, pertanto, gli elettori possono ancora andare a votare. E sarebbe bene che coloro che ancora non lo hanno fatto vadano ad esercitare il loro diritto di voto, anche perché i dati di ieri della affluenza alle urne segnalano una scarsa partecipazione a questo importante appuntamento elettorale sia in Lombardia che nel Lazio.  Infatti alla chiusura dei seggi del primo giorno di votazioni, alle 23 di ieri, aveva votato appena il 29,72% degli aventi diritto (rispetto al 70,63% della tornata  precedente, quando però si era votato per la sola giornata di domenica.

In particolare in Lombardia (1.504 comuni su 1504) l’affluenza è stata del 31,78% (nel 2018 alla stessa ora e con lo stesso numero di comuni aveva votato il 73,11). Nel Lazio (378 comuni su 378) affluenza del 26,28% (la volta precedente: 66,55%).

Alla consultazione precedente nel LAZIO andarono a votare 3.181.235 persone su 4.780.090 aventi diritto, con una affluenza finale pari al 66,55%: Nicola Zingaretti (centrosinistra) fu eletto presidente con  1.018.736 voti, pari al 32,93%.

Alla consultazione precedente in LOMBARDIA andarono a votare 5.762.459 persone su 7.882.633 aventi diritto, con un’affluenza del 73,10%:  Attilio Fontana (centrodestra) fu eletto presidente con e 2.793.369 voti, pari al il 49,75% .

IL CONSIGLIO REGIONALE DEL LAZIO è composto da 50 consiglieri più il presidente della Regione. Quattro quinti, cioè 40 consiglieri, vengono eletti col metodo proporzionale sulla base di liste concorrenti presentate a livello circoscrizionale (le cinque province: Roma, Frosinone, Latina, Rieti, Viterbo); il restante quinto (10 seggi) che vale non è più assegnato ‘automaticamente’ tramite il cosiddetto listino (abolito nel 2017). Il premio di maggioranza varia in funzione dei seggi che le liste collegate al presidente della Regione eletto hanno ottenuto con metodo proporzionale. Se il gruppo o i gruppi di liste collegati al candidato presidente eletto hanno conseguito, in sede di riparto proporzionale, una percentuale di seggi inferiore al 60% (30 seggi), il premio di maggioranza consiste nell’assegnare, tra i suddetti gruppi di liste, un numero di seggi necessario a raggiungere tale soglia. Tuttavia, il numero massimo di seggi attribuibile con il premio non può superare i dieci seggi, anche nel caso in cui non fosse sufficiente a garantire il raggiungimento del 60% dei seggi. Nel 2017 poi è stata introdotta tra l’altro la parità di genere, attraverso la doppia preferenza e l’obbligo di garantire il limite del 50% ai candidati dello stesso sesso nelle liste circoscrizionali e la garanzia di almeno un consigliere eletto per ogni provincia.

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