E’ nato il gruppo parlamentare “Sinistra Italiana”. Messaggi di Laura Boldrini, Cofferati e Vendola

Quirino sinistradi Luca Della Monica – 

Sinistra italiana (logo in rosso su fondo giallo) ha avuto il suo battesimo a Roma con una partecipazione largamente superiore alle previsioni (cosa che ha indotto alcuni dei promotori  come Fratoianni, Scotto, D’Attorre, Fassina  a tenere un supplemento di assemblea all’esterno del teatro Quirino per i tanti che non sono riusciti ad entrarvi ). Il nuovo gruppo parlamentare composto è composto da 31 deputati: ne faranno parte per ora i 25 di Sel, i 5 usciti recentemente dal Pd (Fassina, Monica Gregori, D’Attorre, Galli, Folino) e Claudio Fava, che aveva lasciato Sel. Ma è destinato ad avere nuove adesioni. Un gruppo nascerà successivamente anche in Senato con i 7 di Sel, più Corradino Mineo che è uscito dal Pd e due ex M5s, cioè Campanella e Bocchino. Il gruppo della Camera, ha annunciato Gregori, avrà come consulente economico l’economista statunitense premio Nobel Joseph Stiglitz.  Per ora non ha aderito Pippo Civati, ma è prevedibile che il percorso del suo movimento, “Possibile”, troverà un punto d’incontro con “SI”.

Quale l’obiettivo di questa nuova formazione della sinistra? “Siamo alternativi al liberismo da Happy days imposto al Pd da Matteo Renzi”, dice Stefano Fassina nell’annunciare che il nuovo soggetto politico a gennaio avrà la sua assemblea costituente che darà vita a un partito coinvolgente, largo, plurale, popolare, che rimetterà al centro il lavoro, la scuola pubblica e la ricostruzione morale della politica”.  “Il nostro – aggiunge – è un cammino impervio, controcorrente, ma è necessario per fare una Italia più giusta.  Non è un gioco di palazzo, ma una scelta strategica per segnare un cammino politico. E non è la prima tappa perché c’è un percorso già avviato fuori dalle aule in questi mesi insieme ad altre forze”.

E replica indirettamente a Renzi e direttamente a Bersani (che in una intervista a Repubblica aveva ribadito che fuori dal Pd non si può creare una forza di sinistra che abbia una prospettiva):  “Ci hanno accusato di fare il gioco della destra. Dispiace per le parole di Bersani, ma non è così: il gioco della destra lo fa chi fa la destra con il jobs act, con l’intervento sulla scuola, con l’Italicum, con la riforma del Senato e della Rai. Noi siamo Sinistra italiana e abbiamo scelto un nome che rivendica una scelta di campo precisa”.  E dà appuntamento al dibattito sulla legge di stabilità in parlamento: “I nostri emendamenti  saranno messaggi all’Italia”, ha annunciato Fassina, sostenendo che il disegno della ex finanziaria è “sinergico al Partito della nazione e allarga le disuguaglianze, impoverisce il welfare e  abbandona il Mezzogiorno”.

Al Quirino sono arrivati anche due messaggi significativi.  Quello Sergio Cofferati e quello della presidente della Camera Laura Boldrini: “Ciò che facciamo oggi – scrive l’ex segretario generale della Cgil, dando esplicitamente la sua adesione – è un primo passo che mira alla costruzione di una sinistra che faccia tesoro del suo patrimonio storico, ma con il coraggio e la volontà di rinnovarlo. Per questo non si deve puntare solo a riunificare ciò che già esiste a sinistra del Pd, ma è invece necessario costruire con generosità e pazienza un progetto nel quale le politiche siano coerenti con i valori ai quali faremo riferimento”.

E la Boldrini scrive: “In tempi in cui continua a soffiare forte il vento dell’anti-politica è di buona politica che c’è bisogno. Proprio perché così marcate sono le distanze che lacerano il tessuto sociale, pare potenzialmente ampio, più che in passato, il campo d’azione di una forza progressista non più gravata dall’esitazione che in passato ha troppo spesso reso flebile e poco attraente la cultura democratica e di sinistra”.

Infine il messaggio di Nichi Vendola, impossibilitato a partecipare all’assemblea in corso per un grave problema familiare: “Oggi si costruisce un primo pezzo di ‘spazio pubblico’ di ciò che potrà e vorrà essere la sinistra che non cede né alle lusinghe del potere né alle seduzioni dell’impotenza vestita di minoritarismo. Qui, dinanzi a noi, matura la crisi del riformismo (…). Se il lavoro torna ad essere merce, se i diritti sociali spariscono poco a poco, se la dignità delle persone diviene una variabile dipendente del mercato, se la democrazia viene ingabbiata nella retorica della governabilità e nel fascino di un ‘uomo solo al comando’, allora vuol dire che ‘fare la sinistra’ è l’urgenza di un’Italia spaccata tra Nord e Sud, frammentata in clan e corporazioni, umiliata dal malaffare che abita tutti i palazzi del potere. Tocca a noi rimetterci in cammino, restituire senso alla parola sinistra e ricostruire il legame necessario tra la politica e la speranza di un mondo migliore”.

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