E’ morto Pierre Carniti, che fu segretario della Cisl dal 1970 al 1985, quando Lama lo era della Cgil e Benvenuto della Uil

Si è spento il sindacalista Pierre Carniti,  che è stato segretario della Cisl dal 1979 al 1985 dopo esserlo stato del Fim-Cisl dal 1970 . Era nato a Castelleone (Cremona) il 25 settembre 1936. Il padre, antifascista, lo chiamò Pierre alla francese, per contravvenire all’ordine del regime fascista di dare ai figli solo nomi “autarchici”. Ma d’accordo con la moglie Mirella decise di chiamare Pierre anche suo figlio perché  la donna potesse sentire il marito più “presente” in casa, visto che i suoi impegni sindacali lo tenevano spesso lontano.
Forgiatosi all’Istituto di formazione sindacale dedicato a Giulio Pastore con Franco Marini, che poi sarà, per dirla con Massimo Franco, «l’erede e insieme il liquidatore»: in ogni caso, erano così amici che una volta Carniti gli prestò un abito a quadrettini marroni per una festa da ballo».

Nel 1980 con Luciano Lama (Cgil) e Giorgio Benvenuto (Uil) (foto a loto) firmò l’accordo che chiuse la cosiddetta vertenza dei quarantamila alla Fiat.
«Io e Lama, ricordava – anche da pensionati siamo rimasti amici. Ho l’impressione che i rapporti personali tra i leader attuali dei sindacati siano molto diversi, per usare un eufemismo». Nel 1985 Pierre, logorato, si ritirò e Marini ne prese il posto». Giuliano Ferrara racconta di essere stato tra coloro i quali salvarono («con le mani») Carniti dal linciaggio e dalle ombrellate.
Cattolico e militante — con i Cristiano sociali — entrò nei Ds. Da leader della Cisl, negli anni Ottanta, guidò e vinse la battaglia per il contenimento della scala mobile; e quando Pci e Cgil lanciarono un referendum per abrogare quell’accordo, dopo qualche tentazione astensionista contribuì a trascinare l’elettorato sul no.
Nel febbraio 1986 fu anche sul punto di diventare presidente della Rai. Rifiutò dopo un’indecisione di tre mesi. Nel 2007 aderì al Pd.

Carniti fu anche eletto senatore e la notizia della sua morte è stata data dalla presidente del Senato, Alberti Casellati, che ha chiesto all’assemblea di Palazzo Madama un minuto di raccoglimento prima di dare la parola al presidente del Consiglio Giuseppe Conte per la replica agli interventi nel dibattito sulla fiducia.

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