DOPO-ELEZIONI IN FRANCIA. Valls rifiutato da Madron, Marion Le Pen lascia la zia

Jean-Paul Delevoye, ex neogollista, incaricato dal partito del presidente Emmanuel Macron di stilare le candidature alle elezioni legislative dell’11 e 18 giugno, ha escluso che al momento l’ex premier socialista  Manuel Valls (nella foto con Hollande)  possa presentarsi nelle liste del movimento. E contemporaneamente il Partito socialista francese ha avviato una procedura di espulsione nei confronti di Manuel Valls. Lo ha annunciato il segretario, Jean-Christophe Cambadelis, dopo che Valls ha annunciato di volersi presentare alle legislative di giugno con il movimento En Marche! di Macron e di considerare “morto” il Partito socialista.

Dal canto suo Jean-Luc Melenchon, leader della sinistra radicale “France Insoumise”,  chiede unità alle legislative per “non dare i pieni poteri a Macron”. Criticando il “simbolo monarchico” dei festeggiamenti al Louvre di Macron, Melenchon gli fa “gli auguri”, ma promette di “combatterlo implacabilmente”

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L’ABBANDONO DI MARION – Sul fronte della destra assume peso l’addio alle armi, il ritiro dall’attività politica, almeno per un po’, di Marion Maréchal-Le Pen, deputata di estrema destra del Front National, nipote di Marine Le Pen.  “Una diserzione in piena battaglia politica”, tuona il nonno, deplorando che in “piena battaglia per le elezioni politiche, una delle personalità più amate e ammirate del movimento molli”. Una scelta che – avverte – rischia di avere “conseguenze terribili” sull’avvenire del partito.

Ventisette anni, considerata più vicina alla linea dura del nonno che non alla zia Marine, Marion rinuncia sia alla candidatura alle politiche di giugno ma anche alla presidenza del gruppo FN nel Consiglio regionale della Provenza-Alpi-Costa azzurra.

 

In una lettera al Dauphiné Liberé, la deputata più giovane di Francia – che domani ufficializzerà la sua decisione – parla di “motivi personali e politici”. Il primo è personalissimo, vale a dire la voglia di consacrare più tempo alla figlia Olympe. “Nei primi anni di vita, così preziosi, le sono mancata tantissimo ed è mancata terribilmente anche a me. E’ essenziale che abbia più tempo da consacrarle”, scrive la deputata del Vaucluse, rivelando, inoltre, di aver sempre desiderato “un’esperienza nella vita civile. Amo il mondo dell’impresa”.

Ma l’addio è anche dettato dalle pesanti tensioni che regnano nel Front National dopo la caporetto di domenica e la sua opposizione alla linea ‘moderata’ del numero 2 del partito, Florian Philippot, che ora vuole addirittura cambiare nome al Front National. E che i lepenisti duri e puri considerano il primo responsabile della sconfitta. Contrariamente a quanto trapelato in un primo tempo, Marion garantisce che non rinuncerà “definitivamente alla lotta politica. Ho l’amore per il Paese incatenato al cuore, mai potrei restare indifferente alle sofferenze dei miei connazionali”. Oggi ha comunicato la decisione alla stessa Marine Le Pen. Marion ha ribadito alla zia i motivi di una di “scelta personale”, di desiderio di “cambiare vita”.

La candidata sconfitta da Emmanuel Macron le avrebbe risposto: “rispetto la tua scelta. Conosco i sacrifici che la politica esige”. Prima del voto presidenziale, Marion aveva escluso di lasciare se la zia fosse stata eletta. Ma in caso di fallimento, aveva lasciato trapelare l’ipotesi di un possibile addio.

Intanto nel Fronte si sono tenute due riunioni, un consiglio strategico e una commissione d’investitura in vista del ‘terzo turno’ di giugno. In pratica, si deve trattare con il partito di Nicolas Dupont-Aignan (Debout la France) per l’attribuzione delle cinquanta circoscrizioni in cui il Fronte ritirerà i suoi candidati a favore del nuovo alleato sovranista. L’obiettivo per Marine Le Pen è arrivare al 18 giugno con due gruppi all’Assemblea Nazionale, per diventare, come ha dichiarato domenica sera, “la prima forza d’opposizione del Paese”, con almeno 40 deputati lepenisti. Ma la strada è tutta in salita.

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