DOMENICO MACERI/ Sanità per i clandestini in California?

Domenico Maceridi Domenico Maceri*/

“Stiamo parlando dei nostri vicini e delle nostre famiglie che non hanno diritto alla sanità nel più ricco Stato dell’Unione”. Il senatore  Ricardo Lara spiegava con queste parole il suo disegno di legge che mira ad offrire copertura sanitaria ai clandestini residenti in California. Si stima che 240 mila giovani immigrati di età inferiore a diciannove anni potrebbero acquisire il diritto ad accedere a Medi-Cal, la sanità per i poveri del Golden State. Include anche un provvedimento che permetterebbe a un certo numero di adulti di ottenere l’assicurazione medica mediante la richiesta di una deroga  alla legge nazionale sulla sanità chiamata comunemente Obamacare.

 Il disegno di legge di Lara è stato approvato dal Senato californiano con ventotto voti a favore e undici contrari. In grande misura, come era da aspettarsi, la maggioranza dei voti favorevoli è venuta dai democratici, ma anche due repubblicani hanno votato a favore. Uno di questi due, il senatore Andy Vidak, ha spiegato il suo voto dicendo che permettere a tutti di comprare assicurazione medica ridurrebbe le spese totali dato che si farebbe meno uso dei pronto soccorso che sono molto costosi.
Il disegno di legge adesso deve andare alla Camera ed eventualmente avrà bisogno della firma del governatore Jerry Brown, che fino ad oggi non si è pronunciato al riguardo. Se il disegno di legge sarà approvato la California diventerebbe il primo Stato in America ad offrire copertura sanitaria ai clandestini. Per capirne la portata basta ricordare che due milioni di clandestini, degli undici residenti negli Stati Uniti, si trovano in California, lo Stato più ricco e popoloso della nazione. Infatti, se il Golden State fosse una nazione indipendente il suo Pil lo piazzerebbe fra i primi otto Paesi al mondo.
Non si sa ancora quanto costerebbe questo programma perché tutto dipende dalle azioni del governo federale, ma non dovrebbe oltrepassare i 135 milioni di dollari annui. L’economia in California sta andando molto bene e quindi non si tratterebbe di una spesa troppo onerosa. Ciononostante l’idea di offrire servizi sociali ai clandestini causa sempre polemiche, specialmente da parte di coloro che considerano i clandestini come meritevoli solo di deportazione.
 La situazione è ovviamente complessa dato che negli Stati Uniti cinque milioni di bambini nati in America e dunque cittadini a tutti gli effetti hanno padre o madre  senza diritto legale di essere nel Paese. Questi genitori non solo vivono negli Stati Uniti ma lavorano e contribuiscono al benessere della società. Spesso fanno i lavori meno retribuiti che gli americani rifiutano. Si tratta di persone che hanno stabilito radici in America nonostante le scarse risorse sociali disponibili per loro. Quando sono malati spesso sono costretti ad usare i pronto soccorso, che per legge federale non possono rifiutarli. C’è però  la paura di fare uso di servizi perché l’ombra della deportazione è sempre incombente.
La California, però, da Stato liberal, si trova in una situazione d’avanguardia nell’integrazione dei clandestini. Quest’anno i clandestini hanno potuto ottenere la patente che permette loro di guidare legalmente. Dal 2007 a San Francisco tutti possono ottenere copertura sanitaria dentro i confini della città senza limiti di cittadinanza mediante il programma Healthy San Francisco.
In mancanza di risposte nazionali, dato lo stallo a Washington, le municipalità e gli Stati devono cercare di individuare soluzioni nella triste situazione dei clandestini. L’opinione pubblica però sta cambiando. Secondo un sondaggio del Pew Research Center, il 72 per cento degli americani crede che i clandestini dovrebbero avere l’opportunità di ottenere la residenza legale.
 Il disegno di legge di Lara approvato recentemente dal Senato del Golden State rappresenta un altro passo avanti per le necessità dei figli dei clandestini. Vi sono ovviamente gli aspetti pratici dato che questi bambini vanno a scuola con gli altri bambini americani. Le malattie non conoscono residenza legale e si passano dall’uno all’altro. Quindi mantenere  sani individui che vivono in mezzo a noi vuol dire contribuire a mantenere sani noi stessi.
Al di là dell’aspetto pratico, però, il disegno di legge si fonda sul principio  che la sanità non è solo un prodotto da comprarsi se si hanno i soldi ed i documenti di residenza legale, ma è un diritto umano.

* Domenico Maceri è docente di lingue a Allan Hancock College, Santa Maria, California (dmaceri@gmail.com).

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