La Corte Costituzionale ammette i referendum su voucher e appalti, ma non quello sull’art. 18

Il referendum sull’art. 18 non si farà: la Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il quesito. Il referendum proposto dalla Cgil puntava ad abrogare le modifiche apportate dal Jobs Act allo Statuto dei lavoratori e a reintrodurre i limiti per i licenziamenti senza giusta causa. Via libera invece ai quesiti sui voucher e sulla responsabilità in solido tra l’appaltante e l’appaltatore.Ora bisognerà vedere con quali motivazioni la Consulta ha preso le sue decisioni.

In dettaglio nella nota diffusa dalla Consulta si afferma che la Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibile la richiesta di referendum denominato “abrogazione disposizioni limitative della responsabilità solidale in materia di appalti” (n. 170 Reg. Referendum); ammissibile la richiesta di referendum denominato “abrogazione disposizioni sul lavoro accessorio (voucher)” ( n. 171 Reg. Referendum); inammissibile la richiesta di referendum denominato “abrogazione delle disposizioni in materia di licenziamenti illegittimi” (n. 169 Reg. Referendum). In sostanza si può affermare – in attesa delle motivazioni che verranno rese note ufficialmente tra alcune settimane – che questo terzo referendum è stato dichiarato inammissibile poiché, oltre all’abolizione dell’articolo 18, ne proponeva l’estensione alle aziende con più di 5 dipendenti; e poiché la Costituzione non contempla il referendum propositivo ma solo quello abrogativo, il testo è stato considerato non accettabile.

Opposizioni all’attacco. “Dalla Consulta – attacca Salvini – sentenza politica, gradita ai poteri forti e al governo come quando bocciò il referendum sulla legge Fornero. Temendo una simile scelta anche sulla legge elettorale il prossimo 24 gennaio, preannunciamo un presidio a oltranza per il voto e la democrazia sotto la sede della Consulta a partire da domenica 22 gennaio”.

“Non commento il no della Consulta – dice il parlamentare M5s Danilo Toninelli – al referendum sull’art.18 ma il Governo non canti vittoria: il Jobs Act è veleno per l’economia e lo aboliremo”. “Questa primavera – commenta Luigi Di Maio – saremo chiamati a votare per il referendum che elimina la schiavitù dei voucher. La Corte Costituzionale ha appena dato l’ok. Sarà la spallata definitiva al Pd, a quel partito che ha massacrato i lavoratori più di qualunque altro e mentre lo faceva osava anche definirsi di sinistra!”.

Lorenzin: nessun effetto sul governo. “Assolutamente no, non ha niente a che vedere con la durata del governo che è impegnato fuori dal Palazzo a far fronte alle priorità del paese e in Parlamento a fare la legge elettorale”. Così, a margine del question time alla Camera, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin nega, parlando con i giornalisti, una relazione tra il referendum sui due quesiti del jobs act ammessi dalla Consulta e la vita dell’esecutivo.

La Cgil: valutiamo il ricorso alla Corte Ue. La Cgil intende “continuare la battaglia” per modificare le norme del Jobs Act sui licenziamenti e valuta il ricorso alla Corte Europea. Lo ha detto il segretario generale della Cgil Susanna Camusso in una conferenza stampa dopo la decisione della Consulta che ha dichiarato inammissibile il ricorso al referendum su questa norma.

 

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