Csm e ministero della Giustizia: ispezioni per capire se l’assassino di Noemi poteva essere fermato

Noemi Durini in una foto tratta dal suo profilo facebook.

Il Csm verificherà “se ci sono stati problemi, omissioni oppure no” nella vicenda che ha portato all’omicidio della 16enne Noemi Durini (foto), uccisa dal fidanzato minorenne in Salento. A confermarlo è il vicepresidente del Consiglio superiore della Magistratura, Giovanni Legnini, che oggi è stato a Bari per una riunione straordinaria della Sesta Commissione del Csm e un incontro con i magistrati del distretto dopo la strage mafiosa di Foggia.

Il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha infatti avviato tramite l’ispettorato accertamenti preliminari sulla Procura per i minorenni di Lecce sul cui tavolo c’erano le denunce della mamma di Noemi Durini contro il fidanzato della ragazza. La prima commissione del Csm ha chiesto al comitato di presidenza l’apertura di una pratica sul caso.

Da quella denuncia erano nati due procedimenti: uno penale per violenza privata, l’altro, civile, per verificare il contesto familiare in cui vive il giovane e se fossero in atto azioni o provvedimenti per porre fine alla sua indole violenta. Procedimenti – a quanto è dato sapere – che non hanno portato ad alcun provvedimento cautelare, come il divieto di avvicinarsi alla sedicenne, ma che sono stati attualizzati dalla Procura per i minorenni solo dopo la denuncia di scomparsa di Noemi. L’unica conseguenza che ha prodotto la denuncia della mamma della 16enne è stato un inasprimento dei rapporti tra le famiglie dei due fidanzati.

Intanto si apprendono altri particolari sul comportamento dell’omicida.  “Ho sbagliato, potevo uccidermi io e avrei evitato questo casino”. Chiuso in una struttura protetta, il fidanzato di Noemi Durini continua a ad essere confuso, alternando momenti di depressione e agitazione. Il ragazzo, secondo quanto si apprende, è tenuto costantemente sotto controllo per evitare che possa compiere gesti estremi.

Il padre, sospettato di averlo aiutato, a sua volta si difende: “Non sapevo nulla e mai avrei aiutato mio figlio a commettere un simile gesto. Lucio mi ha detto dell’omicidio la sera prima del ritrovamento del corpo di Noemi e mi ha comunicato anche la sua decisione di volersi costituire ai carabinieri. Io gli ho risposto: ‘Se hai le palle ci devi andare da solo'”, cosa che il minorenne ha fatto ieri.

Il giovanissimo omicida tira fuori una strana spiegazione per il delitto commesso: “Quello che ho fatto – scrive in un biglietto ai genitori – è stato per l’amore che provo per voi. Noemi voleva che io vi uccidessi per potere avermi con sé. Sono un fallito e mi faccio schifo. Lucio. Ti voglio bene papà e mamma”.  Il biglietto è stato letto dalla madre davanti alle telecamere de La Vita In Diretta, il programma di Rai 1 condotto da Francesca Fialdini e Marco Liorni.

Noemi aveva il cranio sfondato da una grossa pietra, il volto irriconoscibile e ferite su varie parti del corpo prodotte verosimilmente da animali selvatici: per questi motivi, oltre che per la decomposizione del cadavere, non è stato finora possibile accertare le cause della morte di Noemi Durini nè se sul corpo siano presenti coltellate. Bisogna quindi aspettare – si apprende da fonti inquirenti – l’esito dell’autopsia che la Procura per i minorenni disporrà nei prossimi giorni.

Ma l’assassino aveva tirato in ballo una nuova versione sul delitto: “L’ho uccisa con un coltello che Noemi aveva con sé quando è uscita dalla sua abitazione”, come ha detto agli investigatori durante il lungo interrogatorio che si è concluso nella notte nella stazione dei carabinieri di Specchia (Lecce), interrogatorio avvenuto alla presenza del difensore del ragazzo. ”L’ho ammazzata perché premeva per mettere in atto l’uccisione di tutta la mia famiglia”, avrebbe detto agli inquirenti. Il cadavere della sedicenne è stato trovato ieri, sepolto dalle pietre, a 11 giorni dalla sua scomparsa.

Poi si è appreso che la famiglia del fidanzato di Noemi aveva denunciato la ragazza per atti persecutori nei confronti del giovane. La denuncia, secondo quanto si apprende, sarebbe stata fatta alcuni mesi fa e 15-20 giorni dopo quella presentata invece dalla madre di Noemi con il fidanzato della ragazza. Imma Durini nella denuncia accusava il ragazzo di lesioni nei confronti della figlia. Il referto medico allegato parla di una prognosi di 2-3 giorni per un colpo al volto, probabilmente uno schiaffo.

Un avviso di garanzia per sequestro di persona e occultamento di cadavere è stato notificato al papà del fidanzato di Noemi. L’atto è stato notificato all’indagato in occasione della perquisizione in corso nell’abitazione di famiglia a Montesardo, frazione di Alessano.

Il delitto. Ricordiamo che Noemi Durini era scomparsa da casa il 3 settembre scorso: l’ultima sua immagine è stata catturata da una telecamera di sorveglianza e risale alle 5 del mattino di quel giorno. Si vede una Fiat 500 bianca sulla quale sale e alla cui guida si trova il fidanzato 17enne. Nell’immagine si vede l’utilitaria arrivare e fermarsi in via San Nicola, a Specchia, a poche centinaia di metri da casa della giovane. A bordo ci sono i due fidanzati, con il 17enne al volante della vettura intestata alla madre. Agli inquirenti, per giorni, il 17enne ha raccontato di aver accompagnato la sedicenne nei pressi del campo sportivo di Alessano e di averla lasciata lì.

Ma la versione del ragazzo, sin dal primo momento, non ha convinto gli investigatori che hanno concentrato l’attenzione sul 17enne, un ragazzo dalla personalità violenta. E c’è un breve filmato che descrive bene il suo carattere: è stato ripreso mentre rompe a colpi di sedia i vetri di una vecchia Nissan Micra parcheggiata per strada ad Alessano. L’auto sarebbe di una persona con la quale il giovane avrebbe avuto un acceso litigio e risalirebbe alla scorsa settimana, pochi giorni dopo la scomparsa di Noemi e poco tempo dopo un alterco avuto con il padre della sedicenne che si era recato ad Alessano per avere informazioni sulla figlia. I familiari di Noemi avevano un rapporto conflittuale con il 17enne: non volevano che la sedicenne avesse una relazione con lui.

A far temere il peggio c’era il particolare che Noemi aveva lasciato a casa il cellulare, i documenti e i soldi. Numerosi gli appelli dei famigliari, soprattutto della nonna e della sorella di Noemi, Benedetta, che il 28 settembre deve laurearsi e che proprio il giorno prima del ritrovamento del cadavere aveva detto ai giornalisti di essere ottimista: “Alla mia laurea – aveva detto – ci sarà anche lei’. Invece ieri la confessione del ragazzo. Il cadavere della sedicenne è stato trovato sotto dei massi, adagiato per terra, in una campagna, a Castrignano del Capo, a 30 chilometri da Specchia, il paese dove viveva la ragazza. A condurre gli investigatori sul posto è stato lo stesso ragazzo,  indagato per omicidio volontario.

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