CHAMPIONS LEAGUE/ Roma, la serata dei rimpianti: giallorossi belli e spreconi a Madrid contro il Real. La squadra esce a testa alta ma Spalletti è furioso. Emozionante ovazione del Bernabeu per Totti

reutersdi Fabio Camillacci/

La Roma perdona, Cristiano Ronaldo no: la doppia sfida tra Roma e Real Madrid valida per gli ottavi di finale di Champions League, è tutta racchiusa in questo concetto mutuato dal titolo dello storico film di Giuseppe Colizzi con Bud Spencer e Terence Hill. Immeritato lo 0-2 “Merengues” all’Olimpico, ancor più immeritato il 2-0 “Blancos” di stasera al Santiago Bernabeu. I giallorossi a Madrid, privi di Nainggolan, De Rossi e Rudiger, sprecano l’impossibile con Dzeko e Salah; ma mentre quest’ultimo è un esterno e per il gioco che fa e le occasioni che crea arriva stanco davanti alla porta, il bosniaco è ingiustificabile. Preso per fare gol, non sa segnare: Dzeko non ha il cosiddetto “killer-istinct” dei bomber di razza. E questo si sapeva, basta guardare il suo curriculum: a parte la straordinaria stagione in Bundesliga nell’anno magico del Wolfsburg, in carriera gol col contagocce. D’altronde, nel super Manchester City non giocava titolare perchè Aguero e gli altri attaccanti dei “Citizens” sono meglio di lui. Tradotto: alla Roma continua a mancare un bomber vero, un numero 9 autentico. Dopo Batistuta, il nulla. Non a caso con “Batigol” arrivò il terzo scudetto.

Risultato a parte, a Madrid conferme sul piano del gioco e dell’organizzazione per la nuova Roma spallettiana. Rispetto a quella di Garcia, questa è una squadra con carattere e personalità. Nel tempio madridista, i giallorossi giocano da grande squadra. Come detto, è mancata la cattiveria sottoporta. Il rammarico è grande perchè questo Real non è degno della gloriosa storia rappresentata dalla sua immensa bacheca: 10 Champions League, nessuno come le “camisete blanche”. Patron Florentino Perez dopo aver vinto la “Decima” ha perso la bussola. Gravissimo errore esonerare Ancelotti al termine della scorsa stagione per ingaggiare Benitez, poi cacciato a furor di popolo e sostituito dall’inesperto Zidane. Non a caso nella Liga il Real Madrid è terzo, lontanissimo dal Barcellona capolista e a -4 dai cugini dell’Atletico guidati dall’anticalcio Simeone. Eppure, al termine del match, Luciano Spalletti è durissimo con i suoi: un’altra differenza fondamentale rispetto a chi lo ha preceduto in panchina. Garcia era contento pure dell’1-6 rimediato a Barcellona. “Abbiamo giocato bene sia all’andata che al ritorno ma abbiamo perso 2-0 all’andata e 2-0 al ritorno. Il resto non conta. Abbiamo dimostrato di essere mentalmente deboli, ora zitti e torniamo a casa”, questo lo Spalletti-pensiero al termine della partita di Madrid. E’ con questa mentalità che si cresce e si va lontano. Bravo Don Lucio, autentico manager di Trigoria che in meno di due mesi ha rigenerato una squadra allo sbando.

CR7 ancora a segno e ovazione del Bernabeu per Totti. Come all’andata, dunque, anche stasera Roma più bella del Real Madrid ma sconfitta dai gol di Cristiano Ronaldo (in rete anche all’Olimpico) e James Rodriguez: sigilli arrivati entrambi nella ripresa, al 64′ e al 69′. Cinque minuti in cui i giallorossi rischiano anche il crollo psico-fisico dopo aver fatto la partita. Stavolta però l’imbarcata tipica di Garcia non arriva e la Roma esce a testa alta dalla Champions League dopo aver superato tra i fischi la fase a gironi. Un’altra importante iniezione di fiducia in vista del rush finale di campionato. Grande emozione al 74′, il minuto dell’ingresso in campo di Francesco Totti al posto di El Shaarawy: tutto il Bernabeu si alza in piedi e applaude l’immenso Capitano romanista. La “Scala” del calcio mondiale conferma di apprezzare i fuoriclasse che hanno scritto la storia del pallone qualunque “camiseta” indossino. Ricordiamo in passato le ovazioni riservate ad altri due fuoriclasse italiani: Del Piero e Pirlo. Francamente, però, con tutta la stima che nutriamo per Spalletti e per il suo lavoro, riteniamo che sarebbe stato più giusto far entrare Totti sullo 0-0, non sul 2-0 Real a partita praticamente chiusa. Soprattutto alla luce della prestazione di Dzeko e perchè il Bernabeu anni fa sarebbe potuto diventare il suo stadio: il Real Madrid voleva Totti, ma Totti scelse la Roma a vita, la maglia giallorossa materialmente sulla pelle anche a 40 anni. Chapeau (nella foto Reuters-Gazzetta.it: Totti e Spalletti).

 

 

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