CHAMPIONS LEAGUE/ Buffon torna super, abbassa la saracinesa e la Juventus espugna Lione. Bianconeri in 10 dal 54′, decide un lampo di Cuadrado. La Vecchia Signora non brilla ma è in testa al girone col Siviglia che vince a Zagabria

buffondi FABIO CAMILLACCI/ Qualcuno negli ultimi giorni, alla luce delle recenti incertezze di Buffon sia in maglia azzurra che con la Juventus, aveva già deciso di “pensionare” il portierone. La risposta è arrivata dal diretto interessato: Gigi ritrova i super poteri di sempre e consente alla Vecchia Signora di incassare tre punti importanti nel terzo turno di Champions League. A Lione finisce 1-0 per Madama ridotta in 10 uomini dal 54′ per il doppio giallo rimediato da Lemina. Il valore aggiunto juventino arriva dalla panchina: splendido il gol vittoria di Cuadrado entrato in campo nella ripresa.

Juve non bella ma efficace. Non importa se giochi bene o giochi male, conta solo vincere. Il diktat di Massimiliano Allegri è stato un po’ il succo della gara in terra di Francia. Gara che, come detto, si era messa male ma è finita benissimo. Soprattutto grazie alle straordinarie parate di Buffon e al gol dell’esterno colombiano. Una vittoria pesante che lancia la Juventus a quota 7 punti: primo posto nel girone insieme al Siviglia, corsaro per 1-0 a Zagabria contro la Dinamo. La Juventus di Allegri non ha un gioco, non ha una manovra vera e propria ma soltanto molti campioni in rosa; però, rimane una grandissima squadra perchè sa soffrire e colpire anche nei momenti difficili. In inferiorità numerica per quasi tutto il secondo tempo, la Juve ha saputo resistere approfittando poi del momento opportuno per andare in vantaggio e vincere il match. Un successo preziosissimo perché ottenuto in trasferta: ora infatti i bianconeri giocheranno in casa due gare su tre. La qualificazione agli ottavi di finale è in cassaforte, ci sarà da lottare col Siviglia fino all’ultimo per vincere il raggruppamento. Al momento, bianconeri primi grazie a una migliore differenza reti.

Super Buffon. In mezzo a una partita noiosa e giocata a ritmi poco consoni alla Champions League, arriva la risposta alle critiche di Gigi: l’occasione che aspettava capita al 35′, quando l’arbitro Marciniak fischia un calcio di rigore per fallo di Bonucci su Diakhaby (la trattenuta c’è). Lacazette va sul dischetto ma si fa ipnotizzare da “Superman”, che si tuffa dal lato giusto e respinge un tiro non certo irresistibile (nella foto: AFP-Gazzetta dello Sport). Pericolo scampato per una squadra che aveva fatto pochino fin a quel momento: giusto un paio di tiri di Higuain, ma nessuna parata miracolosa del portiere transalpino Lopes.

La partita sul piano tecnico-tattico. Allegri, torna al 3-5-2 più classico, sceglie all’ultimo Evra al posto di Benatia (rientrato sabato contro l’Udinese dopo un mese di stop) e Lemina in regia al posto di Hernanes. In attacco Dybala-Higuain è l’unica scelta possibile, visto che Pjaca e Mandzukic sono infortunati. Il Lione si sistema a specchio e prova a chiudere tutti gli spazi ai bianconeri. Gioca con nove uomini dietro alla linea della palla, puntando molto sulle ripartenze e fa muovere poco gli attaccanti della Juve, che nonostante i rientri di Khedira, Pjanic (fischiato dai suoi ex tifosi) e Dani Alves, rispetto al campionato non ha molta creatività. Il rigore parato dà una piccola scossa: poco prima dell’intervallo Lopes infatti è costretto alla deviazione in tuffo su un colpo di testa di Higuain.

Cartellino rosso a Lemina, Allegri azzecca i cambi e Cuadrado decide. Nel secondo tempo la Juve non si sveglia e tocca ancora a Buffon tenere in piedi la baracca, con una parata mostruosa su Fekir. Ma non è finita qui: il terzo miracolo lo fa di piede su Gonalons, quando la gara è ancora sullo 0-0. Subito dopo il doppio episodio che rischia di pregiudicare la partita dei bianconeri, l’arbitro grazia Darder per una manata a Pjanic (solo ammonizione) e poco dopo espelle Lemina, che prende il secondo giallo per un fallo su Fekir (cartellino giusto). Juve in dieci quando c’è ancora più di mezz’ora da giocare. Allegri non ha dato un gioco alla squadra, ma, è tecnico-gestore di razza, azzecca i cambi e vince la partita. L’allenatore juventino toglie uno spento Dybala per Cuadrado e la mossa si rivela azzeccatissima, perché è proprio il colombiano a segnare il gol vittoria: al 31′ l’ex Chelsea fa fuori Moret e realizza la sua prima rete stagionale in bianconero. Missione compiuta: ora la Juve può rituffarsi nel campionato che per Allegri, visto lo strapotere bianconero, è diventato una sorta di laboratorio per tutti gli esperimenti tecnico-tattici. Quando alleni una squadra così forte, blindata da un grandissimo portiere, puoi permetterti questo e altro.

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