CHIAMATELA “COPPA SIVIGLIA”/ Gli andalusi in finale battono l’Inter 3-2 e per la 6° volta alzano l’Europa League. Lukaku gioie e dolori: segna il gol del vantaggio nerazzurro, poi con una sciagurata autorete decreta la sconfitta dei suoi. Conte al passo d’addio: “Io e il club abbiamo idee diverse”. Si scalda Allegri

di FABIO CAMILLACCI/ Delusione Inter nella finalissima di Europa League. A Colonia per l’ultimo atto della “Final Eight”, il Siviglia batte 3-2 i nerazzurri e trionfa per la sesta volta in questa competizione: un record. Lukaku dà e toglie: l’attaccante belga si procura e segna il rigore del vantaggio interista. La doppietta di De Jong ribalta tutto, Godin trova il 2-2, ma un’ingenua autorete dello stesso Lukaku su rovesciata di Diego Carlos destinata a finire sul fondo, regala agli andalusi vittoria e Coppa. Inutile l’assalto finale nerazzurro con Koundè che salva sulla linea un tentativo di Sanchez. L’Inter paga anche tanti errori tattici e la serataccia della difesa, finora uno dei suoi punti di forza.

Chiamatela “Siviglia League”. La compagine di Lopetegui dunque conferma un’incredibile tradizione favorevole. Un successo strameritato, soprattutto perché gli iberici dopo aver eliminato la Roma negli ottavi, erano stati inseriti nella parte più difficile del tabellone. Antonio Conte invece mastica amaro, insieme al popolo nerazzurro: si poteva fare meglio, si poteva vivere una serata bellissima, si poteva riportare un trofeo europeo in Italia dopo 10 anni. E invece l’ultimo successo di una compagine di casa nostra resta la Champions League vinta proprio dall’Inter nel 2010.

Numeri e curiosità. Lukaku, sciagurata autorete a parte, si conferma un grande bomber: gol numero 34 in stagione. Mentre si allunga la serie positiva del Siviglia che non perde dal 9 febbraio scorso, a Vigo contro il Celta per la Liga spagnola: 20 partite di fila senza sconfitte e un’altra ex Coppa Uefa in bacheca sono tanta roba. Si tratta inoltre di un altro trofeo vinto dal direttore sportivo del Siviglia Monchi, reduce dal clamoroso fallimento come ds della Roma. Evidentemente, sa essere bravo solo nel microcosmo andaluso. Per l’Inter invece “zeru tituli” come avrebbe chiosato oggi proprio Mourinho, grande protagonista dello straordinario “Triplete” centrato 10 anni fa. Fallimento totale della gestione Conte, nonostante i 200 milioni di euro spesi sul mercato.

Alta tensione. Ritmi di gara forsennati nel primo tempo, in cui succede di tutto, ma proprio di tutto: tocco di braccio di Diego Carlos in area, l’arbitro olandese Makkelie però lascia correre dicendo che il braccio nell’occasione è attaccato al corpo. Un episodio che fa esplodere un clamoroso parapiglia tra le panchine: sfottò di Banega sulla capigliatura di Conte e conseguenti minacce di chiarire il tutto a fine gara fuori dal campo.

Nel dopo partita, in conferenza stampa, dichiarazioni che sanno di addio da parte di Antonio Conte. Tornano a galla vecchie tensioni con il club messe sotto il tappeto soltanto per dare tranquillità alla squadra durante l’Europa League. Il tecnico salentino dice: “Io e il club abbiamo idee diverse. Futuro Inter con o senza di me. Devo pensare anche alla famiglia. E’ stato bellissimo, ringrazierò sempre la società per l’opportunità che mi è stata data, ma tante cose non mi sono piaciute e non voglio fare un altro anno così”. Lunedi prossimo ci sarà un confronto tra le parti ma i soliti ben informati sostengono che Conte lascerà l’Inter: per la successione in pole c’è Massimiliano Allegri.

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