C’è un secondo indagato per la morte di Pamela Mastropietro. Il nigeriano per ora accusato di occultamento e vilipendio di cadavere

Pamela ha avuto una crisi, è andata in overdose. Non sapevo cosa fare, sono scappato’‘: questa la versione fornita, secondo quanto si apprende da fonti della Procura di Macerata, da Innocent Oseghale, il nigeriano arrestato per lo scempio del corpo di Pamela Mastropietro, la diciottenne romana fatta a pezzi e chiusa in due trolley abbandonati nella campagna di Macerata.

Il 29 enne nigeriano resta in carcere ma – per ora, in attesa dell’esito dell’autopsia – solo per le accuse di occultamento e vilipendio di cadavere.  Il gip di Macerata, Giovanni Maria Manzoni, ha convalidato il fermo per Oseghale ma non ha ritenuto esserci sufficienti elementi indiziari rispetto all’accusa di omicidio. Infatti ci sarebbe anche un secondo indagato.

 Si attendono, comunque, gli esiti degli esami tossicologici sui resti di Pamela, visto che al momento i primi responsi arrivati dall’autopsia non hanno dato un’indicazione chiara e univoca su come è morta la ragazza romana: se per overdose o per  un atto di violenza omicida.

“Ho parlato con la mamma di Pamela, la signora Alessandra, per esprimerle la mia vicinanza – ha scritto su Facebook la presidente della Camera ed esponente di Liberi e UgualiLaura Boldrini – Da madre, non riesco neanche a immaginare il dolore che sta provando in questi giorni terribili. Una donna forte che con grande senso di responsabilità chiede giustizia, non vendetta. Una donna che sta dando a tutti noi una lezione di civiltà”.

Oggi è in corso l’interrogatorio in carcere di Luca Traini, l’uomo che ha sparato all’impazzata per le strade di Macerata, ferendo 6 extracomunitari (di cui due gravemente) che si trovavano a passare.

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