Caso Emanuele Scieri: il ministero della Difesa responsabile civile per la morte del 26enne parà della Folgore

di SERGIO TRASATTI/ Ci sono voluti più di 20 anni e una Commissione parlamentare d’inchiesta per riaprire il caso e far luce sulla morte del 26enne paracadutista della Folgore Emanuele Scieri, il cui cadavere fu scoperto il 16 agosto 1999 nella caserma Gamerra di Pisa. La Procura di Pisa ha chiuso le indagini sulla morte del giovane allievo parà e il provvedimento segue quello dell’inchiesta parallela avviata dalla Procura Militare di Roma.

L’udienza dal Gup. Venerdi 17 luglio è andata in scena l’udienza preliminare dopo che il pm ha chiesto il rinvio a giudizio di tre ex commilitoni di Scieri: Alessandro Panella e Luigi Zabara (entrambi caporali dell’Esercito, in congedo) e Andrea Antico (caporal maggiore dell’Esercito, in servizio), accusati di omicidio volontario in concorso, aggravato per motivi abbietti e futili.

Indagati anche i vertici della Gamerra. Dalle indagini è emerso che catena di comando della caserma di Pisa sapeva di questo grave episodio di “nonnismo” e allora è stato chiesto il rinvio a giudizio per favoreggiamento, anche per il generale Enrico Celentano (all’epoca comandante della Gamerra, oggi in pensione), accusato di aver reso false dichiarazioni al pm, e per l’ex ufficiale Salvatore Romondia oggi 73enne.

L’esito dell’udienza preliminare. Il ministero della Difesa sarà responsabile civile nel procedimento del tribunale militare di Roma per la morte di Emanuele Scieri. La richiesta di riconoscere il ministero come responsabile civile è stata avanzata dai legali della famiglia Scieri e accolta dal giudice. La madre di Emanuele Scieri, Isabella Guarino, si è detta soddisfatta della decisione nella speranza che si arrivi alla verità sulla morte del figlio. L’udienza al tribunale militare di Roma è stata aggiornata al prossimo 18 settembre.

Le parole dell’ex Presidente della Commissione parlamentare. Intervenuta a “Crimini e Criminologia” su Cusano Italia Tv (la televisione dell’Università Niccolò Cusano, canale 264 del digitale terrestre), l’avvocato Sofia Amoddio al microfono di Fabio Camillacci ha detto: “Si arriverà senz’altro a un processo per gli attuali indagati, sono certa che non ci sarà archiviazione. Ci sono troppi atti, indagini, indizi e prove che inchiodano i responsabili”.

Il lavoro della Commissione parlamentare d’inchiesta. L’ex deputato del Pd ha aggiunto: “Noi come Commissione abbiamo fatto un lavoro enorme consegnando una vera e propria pista d’indagine alla magistratura e ci tengo a dire che la nostra è stata la prima Commissione parlamentare d’inchiesta nella storia della Repubblica italiana, ad aver riaperto un caso di cronaca che era stato di fatto sepolto. Di un’altra cosa poi sono sicura: non si procederà come processo indiziario ma sarà un processo a dei responsabili che ovviamente andranno accertati attraverso l’iter processuale”.

La desecretazione degli atti. Su questo punto infine l’avvocato Sofia Amoddio ha dichiarato: “Quanto annunciato dal Presidente della Camera Roberto Fico, è un passo molto importante nella storia della nostra democrazia. E il fatto che la desecretazione degli atti nella vicenda di Emanuele Scieri sia avvenuta contestualmente alla desecretazione degli atti della Commissione Sindona, dimostra che il caso Scieri è emblematico e molto importante e i responsabili di quell’omicidio verranno giustamente processati”. Insomma, oltre 20 anni dopo, forse siamo vicini alla verità.

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