Azioni militari comuni Usa-Russia per battere i jihadisti e riportare la pace ad Aleppo

Aleppo combattimentiLa Russia e gli Stati Uniti sono vicini a intraprendere azioni militari comuni ad Aleppo, in Siria. E’ quanto ha detto oggi il ministro della difesa russo Serghiei Shoigu citato da agenzie russe. Il ministro ha detto di auspicare che l’accordo possa contribuire a garantire “la pace in questa terra afflitta dalla sofferenza”. I combattimenti tra i ribelli e l’esercito del presidente Bashar al Assad si sono intensificati ad Aleppo portando allo stremo la popolazione rimasta, nonostante gli impegni a rispettare un parziale cessate il fuoco. Ieri le forze governative, secondo quanto scrive l’Ap, sono riuscite a respingere un attacco dei ribelli a sudovest della città e li hanno costretti a ritirarsi da alcune postazioni che avevano conquistato il giorno precedente. L’Osservatorio siriano per i diritti umani continua a parlare di intensi scontri a sud e a sudovest della città, mentre nel suo ultimo bilancio delle vittime, dal 31 luglio al 14 agosto fissa a 327 i civili morti ad Aleppo e nei dintorni, tra cui 76 bambini e 41 donne. I civili rimasti feriti nei bombardamenti nella regione sono decine.

Offensiva a tutto campo in questi giorni contro i terroristi dell’Isis in Siria e Iraq, ma anche in Libia e nello Yemen, dove i jihadisti sono costretti ad arretrare e ad abbandonare alcune loro roccaforti. Si lasciano però alle spalle centinaia di morti e devastazioni, mentre i combattimenti continuano comunque feroci in varie zone di questi Paesi dove il Califfato aveva affondato più in profondità le proprie sanguinarie radici.

Nel nord della Siria, dopo la liberazione un paio di giorni fa della città di Manbji, per più di due anni e mezzo sotto il tallone dei jihadisti, le Forze democratiche siriane (Sdf) a predominanza curda si stanno organizzando per la prossima offensiva. L’intenzione è quella di dirigersi a sud per riconquistare, sempre con il sostegno degli Usa, quella che l’Isis ha eletto a propria capitale in Siria, Raqqa. Nella loro ritirata però, i fondamentalisti islamici continuano a compiere atrocità per terrorizzare la popolazione. E non si ferma neanche la lunga agonia di Aleppo dove i combattimenti tra governativi e ribelli hanno causato in due giorni decine di vittime. Ieri sono state anche pesantemente bombardate la vicina città di Idlib e località limitrofe dove distinguere tra jihadisti dell’Isis e ribelli anti-Assad è un rebus che nessuno sembra interessato a risolvere. 26 i raid che, secondo fonti dell’opposizione, sono stati compiuti dai caccia russi e che avrebbero colpito indistintamente i nemici di Damasco.

Anche in Libia l‘Isis continua a perdere terreno. Le milizie di Al-Binyan Al-Marsous hanno lanciato attacchi missilistici dal mare contro combattenti dell’Isis che si trovano ancora nei quartieri 1 e 2 nel centro di Sirte: lo ha detto ieri sera il portavoce delle milizie che conducono l’offensiva per conto del governo di unità nazionale, il generale Mohamed El Ghasri. Il portavoce ha spiegato che motovedette hanno lanciato 16 missili contro postazioni dell’Isis, aggiungendo che più di 15 combattenti sono stati uccisi nell’operazione.

 

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