APPUNTI EUROPEI/ Un CR7 da record vince la sfida con Bale e il Portogallo è la prima finalista di Euro 2016, “Brexit” Galles. Tutti i numeri di Cristiano Ronaldo che stravince il confronto a distanza con Messi

ronaldodi FABO CAMILLACCI/

A Parigi ci va Cristiano Ronaldo. Perché il Portogallo è più forte del Galles e lo batte 2-0 e perché lui segna un gol, mentre Bale, che pure ci prova, non ci riesce. A Lione vince la squadra favorita che nel primo tempo a dire il vero fa troppo poco e rischia anche meno, ma nella ripresa sblocca subito il risultato e poi lo legittima. Sblocca CR7, che segna il suo terzo gol all’Europeo e diventa il giocatore con più gol nella storia del torneo insieme a Platini (a quota 9), con un grande colpo di testa sugli sviluppi di un calcio d’angolo. È il 50′ e tre minuti dopo è già 2-0 con Ronaldo che sbaglia il tiro e Nani che lo corregge in rete. Poi Danilo Pereira, Nani e lo stesso Ronaldo sfiorano il tris, mentre per il Galles ci prova il solo Bale, senza fortuna. In finale, 12 anni dopo la sconfitta interna con la Grecia, ci va il Portogallo: sfiderà Francia o Germania che si affrontano giovedi 7 luglio alle 21.

CR7, sale in cielo come “O’Rey” Pelè. Presto arriverà qualcuno che con l’aiuto di computer e metodi scientifici ci dirà quanto, esattamente, ha saltato Cristiano Ronaldo. Ma è sufficiente anche il colpo d’occhio: tanto, tantissimo (foto Reuters). Quanto basta per salire più in alto di tutti: non solo al centro della mischia dell’area gallese, ma anche in senso figurato. Cristiano si riprende la scena, mentre erano in molti ad attendere un bis delle occasioni mancate dei quarti per sparare sulla “superstar”, di colpo “zoppa” e “incapace di agganciare un pallone”. Invece CR7 va in cielo, e poi piazza il tiro assist per il 2-0, e si prende la finale. Tornando al gol, va detto che ricorda molto quello che ci fece Pelè nella finale mondiale di Messico 70: Brasile-Italia 4-1. Con la differenza che “O’Rey” rimase clamorosamente sospeso in aria prima di colpire di testa.

Numeri da record. Cristiano Ronaldo si prende anche il primato, l’ennesimo di una carriera costellata di record personali (inseguiti dal ragazzo, a dir la verità, almeno quanto quelli coi club): con 9 gol aggancia Platini come primo marcatore della storia dell’Europeo (segue Shearer a 7). Da solo, in vetta, nel numero di partite in cui è andato a segno : sette gare diverse degli Europei (in ben 4 edizioni), staccando Ibra e Shearer a 6. E’ il primo, anche, a segnare e piazzare un assist in due semifinali diverse: quella del 2004 e quella di oggi. Dodici anni di distanza, dal primo grande torneo del fenomeno di Madeira alla partita di Lione: allora piegò 2-1 l’Olanda in semifinale, salvo fermarsi di fronte al miracolo greco in un torneo giocato in casa, che sembrava fatto apposta per chiudere la fama di eterna incompiuta del Portogallo. Quattro anni dopo ci riprovò, fermandosi ai quarti con la Germania (3-2), nel 2012 arrivò fino in semifinale, contro la Spagna: 0-0 dopo 120′, ai rigori la beffa di non riuscire a tirare. Era il quinto designato, come nell’ultima Champions, ma i suoi sbagliarono due volte, prima, e la Spagna vinse senza lasciarlo andare sul dischetto.

Euro 2016. Sarà anche per questo che Cristiano, nei quarti contro la Polonia, ha scelto di tirare per primo, trasformando senza problemi. Peraltro, convincendo da vero leader a tirare un Joao Moutinho terrorizzato, ha riscattato una delle peggiori partite della sua carriera. Negli ottavi ci aveva messo lo zampino nei supplementari, con un tiro respinto su cui Quaresma è piombato, per eliminare la Croazia. Nei gironi, dopo essersi messo contro mezza Europa attaccando a parole gli islandesi che iniziavano a stare simpatici a tutti, era rimasto a secco con l’Austria, per poi tornare quando contava, nel 3-3 contro l’Ungheria. Una doppietta che aveva tenuto incollati (da terzi), i suoi all’Europeo, che pareva essere nato male. E invece ora è lì, con cinque pareggi e la prima vittoria. A fine gara Ronaldo ha detto: “Siamo a un passo dal sogno. Penso che vinceremo: è quello che volevamo sin dall’inizio. Abbiamo lottato, siamo partiti male ma non abbiamo cambiato modo di giocare. Meglio iniziare male e finire bene. Spero che questa allegria resti anche dopo l’ultima partita. Le critiche passate? I numeri non mentono, ho giocato 13 anni ai più alti livelli. Io continuo a lavorare come ho sempre fatto”.

Autentico leader. CR7 ha fatto tanto per questo Portogallo, anche prima di stasera, quando con ogni probabilità ha ipotecato anche il prossimo Pallone d’Oro, in quell’inseguimento ostinato e ossessivo a Leo Messi. Proprio quel Leo Messi autentico “perdente di successo” con la maglia della Seleccion, costretto a dimettersi da numero 10 e da erede dell’immenso Diego Armando Maradona, per i continui insuccessi in casacca albiceleste. Cristiano si è sbracciato, ha urlato, ha talvolta maltrattato i compagni. Un po’ li ha condizionati, a volte “mobbizzati”, dettando i passaggi e infuriandosi quando non arrivavano come li voleva lui. E’ sembrato un po’ isterico, fregandosene come sempre di cosa pensano neutrali e avversari. Però li ha anche guidati, i ragazzi e gli uomini in maglia verde: li ha presi per mano, gli ha mostrato la via per arrivare a vincere. Perché di sicuro Cristiano sa come si fa ad arrivare in fondo. Vincere, col Portogallo, è più difficile che con il Real Madrid: Francia o Germania partiranno favorite. Ma lui protesterà, si infurierà, si sbraccerà contro un destino già scritto. Ma i segni per un trionfo lusitano firmato CR7 ci sono tutti.

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