Appalti e corruzione a Roma: arresti domiciliari per funzionari e imprenditori

Un altro dei bubboni che negli anni scorsi affliggevano e inquinavano la vita amministrativa della capitale è venuto alla luce oggi: il Nucleo anti corruzione della Guardia di Finanza di Roma ha effettuato, su ordine del gip Livio Sabatini in base alle richieste del pm Erminio Amelio,  dieci  arresti tra funzionari del Comune e imprenditori accusati di associazione a delinquere finalizzata al peculato, corruzione, truffa ai danni dello Stato e altri reati.

Agli arresti domiciliari sono finiti gli imprenditori Antonio Angelini, Fiorello Bucci, Omar Cavezzan, Daniele Di Re, Daniele Germani, Alessandro Pincarelli, Ezio Pompa, Daniela Talone, Luca Mascarucci e Pietro Di Cori (tutti rappresentanti legali di varie aziende) mentre beni per un milione di euro sono stati sequestrati a Manolo e Gianluca Bucci, figli di Fiorello Bucci.
L’operazione, denominata “Sistema”, vede complessivamente coinvolte una trentina di persone per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, abuso d’ufficio, truffa ai danni dello Stato, peculato, falso ideologico e materiale e frode fiscale. L’indagine copre un periodo che va dal 2012 al 2014 e trae origine dagli accertamenti volti a far luce su illeciti commessi nell’ambito di una procedura d’appalto per l’esecuzione di lavori per la manutenzione straordinaria di quattro edifici scolastici («Casal Sansoni», «Pietro Bembo», «Montarsiccio» e «Cerboni») situati nella circoscrizione del XIV Municipio di Roma (Monte Mario).
In particolare l’indagine parte da una denuncia presentata da Valerio Barletta, Marcello Menichini e Cesare Tabacchiera, rispettivamente ex presidente, ex direttore apicale ed ex dirigente Uot del XIV municipio, su irregolarità nell’appalto affidato, nell’ottobre del 2010, alla ditta Prima Appalti srl della famiglia Bucci per l’esecuzione di lavori presso gli asili nido di via Casal Sansoni, via Pietro Bembo, la scuola materna Montarsiccio e la scuola materna Cerboni. In tale contesto, è stata acclarata l’esistenza di un accordo tra dirigenti pubblici ed imprenditori, teso alla spartizione delle risorse pubbliche destinate a tali lavori (circa 400mila euro), in forza del quale, a fronte dell’aggiudicazione dell’appalto, gli imprenditori avrebbero corrisposto ai dirigenti pubblici un importo pari al 20% delle somme liquidate per  lavori che, si è poi scoperto, non erano mai stati eseguiti. Un dirigente dell’amministrazione capitolina sarebbe stato «ricompensato» anche mediante l’esecuzione gratuita di lavori di ristrutturazione presso la propria abitazione. Ulteriori anomalie sono emerse nell’esecuzione dei lavori di riqualificazione della centralissima Via del Melone, nelle vicinanze di Piazza Navona, individuata come una delle strade di passaggio strategiche negli itinerari pedonali verso la Basilica di San Pietro, in vista del Giubileo della Misericordia dell’anno 2016.
Nel dettaglio, i lavori sono stati eseguiti con il contributo di 60 mila euro offerto da una società privata che gestisce un hotel sito in Via del Melone, a cui il Comune avrebbe dovuto aggiungere ulteriori 100 mila euro. Sebbene gli interventi di riqualificazione siano stati completati nel mese di giugno 2015, tutte le procedure amministrative di affidamento, consegna ed esecuzione dei lavori risultano «formalmente» avviate solo nel mese di febbraio del 2016. Inoltre, l’importo dei lavori eseguiti è risultato essere di gran lunga inferiore al solo contributo del privato. Dalle successive indagini, condotte attraverso attività tecniche, acquisizione ed esame di documentazione bancaria, amministrativa e contabile, e con l’ascolto di persone informate sui fatti, è stato possibile ricostruire l’operatività di una ramificata struttura imprenditoriale illecita che, negli anni, ha movimentato decine di milioni di euro giustificati da fatture per operazioni inesistenti a scopo di evasione e per costituire «riserve occulte» da destinare a finalità illecite, attraverso una galassia di società cartiere (costituite e gestite con il concorso di numerosi indagati).

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