Ancora un colpo dei dissidenti nel M5s: 4 parlamentari europei annunciano l’uscita dalla delegazione pentastellata per la “giravolta” sul Mes. Di Battista: «E’ un errore»

La frangia ambientalista del M5S al Parlamento europeo, costituita da Piernicola Pedicini, Rosa

D’Amato, Ignazio Corrao (foto a lato) ed Eleonora Evi, si separa formalmente dalla delegazione pentastallata presente in Europa per proseguire un percorso politico autonomo“. E’ quanto si legge in una diffusa dall’europarlamentare Piernicola Pedicini.  La decisione viene motivata dal Corrao con questa affermazione: «La giravolta sul Mes è il “dulcis in fundo che ci ha convinti ad abbandonare il Movimento».

La mossa lascia di stucco anche coloro che nel M5s si erano pronunciati a suo tempo contro il MES (Meccanismo Economico di Stabilità) ma che, dopo la battaglia sostenuta anche dal governo italiano per liberarlo dalle temute “condizionalità”, non presenta più quei vincoli che ne facevano uno strumento condizionato dalla “occhiuta vigilanza” dell’Ue. Peraltro il governo, per bocca del presidente Conte, ha ribadito che non esiste alcuna costrizione per l’Italia a fare ricorso a quei 36 miliardi del Mes – che sarebbero a disposizione  (con l’insignificante interesse dello 0,1% – da investire nel potenziamento della Sanità italiana.

Ora persino Alessandro Di Battista si dissocia dalla decisione dei quattro, affermando: “Questa vostra scelta mi dispiace” e “per me è un errore“.  Di Battista scrive su Fb per ricordare a  Corrao di aver “tante volte” espresso la sua contrarietà ad abbandonare : “Sei una persona per bene e sei un amico e per me l’amicizia, così come la riconoscenza, è un grande valore. É stato un onore aver fatto battaglie e migliaia di km insieme a te… Ad ogni modo è la tua vita. In bocca al lupo”.

Il ministro della Giustizia e capo delegazione del M5S nel governo, Alfonso Bonafede, ha commentato a Radio 24  la decisione di 16 senatori e 42 deputati pentastellati di scrivere una lettera ai vertici del Movimento contro la riforma del Mes per sostenere che la nuova crepa avvenuta nel M5s non è un pericolo per il governo.  «Basta leggere la lettera  – sostiene Bonafede – per constatare che non c’è questo rischio. Gli stessi parlamentari che l’hanno scritta precisano che non c’è un problema di maggioranza». Ed ha garantito massimo sostegno al premier Conte.

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