Dopo la Volkswagen, anche la Renault sospettata di irregolarità nei test sulle emissioni di gas di scarico e il titolo va a picco in Borsa, calando fino al 20%, per poi ridurre le perdite in chiusura di giornata. A pesare anche la diminuzione delle vendite di auto in Russia nel 2015 (-46%), dove il Gruppo è esposto con il marchio Autovaz.
Intanto gli agenti del governo francese hanno sequestrato computer dal sito Renault di Lardy (Francia), che realizza prove sulle emissioni dei veicoli. E’ quanto afferma Bloomberg che riprende fonti di stampa francese che citano un volantino sindacale della Cgt, secondo il quale quale gli ispettori si sono recati nell’impianto transalpino lo scorso 7 gennaio.
La Renault però smentisce tutto. E interviene anche il ministro dell’ambiente francese Segolène Royal, secondo la quale la frode sui motori di Renault “non esiste. Gli azionisti e i dipendenti possono stare tranquilli”. Nella vicenda, rileva, è stato osservato “uno sforamento delle norme” sul Co2 e l’ossido di azoto ma “nessuna frode”. Secondo il ministro, le analisi condotte sui motori Renault e di altri due costruttori stranieri non rivelano l’esistenza di un “software illegale” per truccare le emissioni.
Anche Fca ha avuto una giornata nera, poi è stata riammessa agli scambi in Piazza Affari dopo il terzo congelamento dall’apertura e cede il 9,83% a 6,7 euro, poco sopra il minimo di 6,63 euro raggiunto nella mattinata. Anche Fca sconta i dati sulle vendite di auto in Russia (-46% nel 2015) e la denuncia di due concessionari di auto di Chicago, su pressioni ricevute per gonfiare i dati sulle vendite di auto mensili.
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