Anche Napolitano, Veltroni e Zanda bocciano l’iniziativa di Renzi e dei deputati Pd contro Visco (all’insaputa di Gentiloni e di Mattarella)

Giorgio Napolitano, Walter Veltroni e persino il capogruppo pd del Senato, Luigi Zanda, prendono le distanze dalla mozione presentata dal Pd (e fatta votare alla Camera),  su direttiva di Matteo, contro la riconferma del governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, con l’obiettivo di scaricargli addosso la responsabilità dei disastri delle banche (compresa l’Etruria, di cui era vice presidente il padre della sottosegretaria Maria Elena Boschi).

“Mi occupo in verità di altre cose. Non devo occuparmi delle troppe cose che ogni giorno capitano e che sono deplorevoli” è la risposta data, a una richiesta di un commento, dall’ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. 

Più esplicito Walter Veltroni, padre fondatore del Pd – intervenuto anche al decennale del Pd domenica scorsa al teatro Eliseo (vedi foto) -: “Incomprensibile ed ingiustificabile. Da sempre la Banca d’Italia è un patrimonio di indipendenza e di autonomia per l’intero paese. Per questo mi appare incomprensibile e ingiustificabile la mozione parlamentare del Pd”.

Persino il presidente dei senatori Dem, Luigi Zanda, manifesta il suo dissenso: “Quando si tratta di questioni che hanno a che fare con il risparmio dei cittadini e con la stabilità del sistema bancario bisogna sempre usare il massimo della prudenza possibile. E questo significa che di mozioni di questo tipo meno se ne fanno e meglio è”.

Silvio Berlusconi ha commentato sarcastico: “Non mi meraviglia. E’ proprio della sinistra voler occupare tutti i posti dopo l’elezione. Ora fanno passi avanti e vogliono occuparli anche prima”. (Ndr: Una sola nota stonata: come fa Berlusconi a definire “sinistra” il Pd e il suo segretario?)

Ricordiamo che il 31 ottobre scade  per Ignazio Visco  il mandato di governatore della Banca d’Italia. Ieri, a sorpresa, è arrivata la mozione del Pd in cui sostanzialmente si chiede di non rinnovare l’incarico all’attuale governatore per l’inadeguata vigilanza sulla gestione delle banche fallite o che comunque hanno “bruciato” i risparmi di tanti clienti. Dalla Banca d’Italia è arrivata una nota in cui ricorda che tutti  i suoi comportamenti sono stati concordati con il governo Renzi.

Nei controlli sulle banche c’è stato “una sorta di scarica barile”, ha denunciato il procuratore capo di Milano Francesco Greco. In audizione alla commissione bicamerale di inchiesta sulle banche Greco ha detto che “della riforma delle autorità di vigilanza si parla da molto tempo, è difficile districarsi: bisogna decidere chi deve fare certe cose e chi no, perché c’è anche un accavallamento con la Bce, c’è una sorta di scaricabarile. Il sistema non è chiaro, per districarsi tra le autorità di vigilanza tra poco ci vuole un Tom Tom”.

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