AGGIORNAMENTO CORONAVIRUS AL 12 GENNAIO/ Prorogato dal governo fino al 25 febbraio il blocco degli spostamenti tra regioni (con le consuete eccezioni) – Nuovo calo dell’indice di contagio: 4,5%

Il Consiglio dei ministri – l’ultimo sotto la presidenza di Giuseppe Conte – ha approvato stasera il decreto legge Covid, che proroga il blocco degli spostamenti tra le Regioni, anche quelle gialle, dal 15 al 25 febbraio. “Dal 16 al 25 febbraio – è stato stabilito – sull’intero territorio nazionale è vietato ogni spostamento in entrata e in uscita tra i territori di diverse regioni o province autonome, salvi gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o da situazioni di necessità, ovvero per motivi di salute. È comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione”.

Inoltre tre regioni Abruzzo, Liguria, Toscana – e la provincia di Trento, passano in zona arancione.

Il ministro della Salute Roberto Speranza firmerà nelle prossime ore le ordinanze, valide a partire da domenica. In arancione restano anche l’Umbria e la provincia di Bolzano anche se per entrambe i presidenti hanno disposto misure ancora più restrittive. La Sicilia invece torna in giallo allo scadere dell’ordinanza.

Con la classificazione arancione del Trentino non ci sarà l’apertura degli impianti di risalita, che era stata prevista per il 17 febbraio, non il 15 come altrove, con un’ordinanza già approvata dal presidente Fugatti. Lui stesso però aveva spiegato che il mantenimento della zona gialla sarebbe stato una condizione necessaria per l’apertura. Non sono valsi a nulla, quindi, i preparativi nelle località di montagna, che si erano attrezzate per il contingentamento degli accessi giornalieri limitando la portata oraria degli impianti di risalita, ma anche per l’acquisto degli skipass online e le app anti-coda per evitare assembramenti.

IL BOLLETTINO DEL MINISTERO DELLA SALUTE 

Intanto i dati del ministero della Salute forniti oggi, 12 gennaio, sull’andamento dell’epidemia in Italia segnano un calo dei contagi (13.908 contro i 15.146 di ieri) e delle vittime (316 contro le 391 di ieri), ma soprattutto un calo dell’indice di contagiosità, cioè la percentuale di positivi sul numero dei tamponi (305.619): il 4,5% contro il 5,1% di ieri. 

Inoltre le persone attualmente ricoverate in terapia intensiva in Italia a causa del Covid-19 sono 2.095, in calo di 31 unità rispetto a ieri, nel saldo quotidiano tra ingressi e uscite, secondo i dati del ministero della Salute. I ricoveri nelle 24 ore in rianimazione sono stati 153. I ricoverati con sintomi sono invece 18.736 (-206 rispetto a ieri). Sale invece a 0,95 l’Rt nazionale dallo 0,84 della scorsa settimana. 

 Il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, alla conferenza stampa sull’analisi dei dati del monitoraggio settimanale della “cabina di regia” ha fatto rilevare che  «si confermano per la seconda settimana segnali di contro-tendenza nell’evoluzione epidemiologica, con progressivo rallentamento nella diminuzione dei nuovi casi fino ad una stabilizzazione, che potrebbero preludere ad un nuovo rapido aumento diffuso nel numero di casi nelle prossime settimane, qualora non venissero rigorosamente mantenute misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale. In Italia – fa notare Brusaferro – la curva ci indica una situazione stabile ma il numero di regioni che segnala un aumento nell’incidenza dei casi comincia a crescere».

«Inoltre – ha aggiunto Brusaferro – la popolazione più giovane sta contraendo l’infezione più che in passato ed è un fenomeno che stiamo analizzando. C’è una crescita inoltre dei casi asintomatici e paucisintomatici. Ma il decremento dei decessi sta avvenendo molto lentamenteSiamo in una fase molto delicata dell’epidemia, con circolazione diffusa delle varianti che sono più trasmissibili. Ci sono dunque segnali di controtendenza ed è necessaria grande precauzione. Ci potrebbe essere una crescita di nuovi casi se non si rafforzano le misure. Ci sono 2 regioni a rischio alto e un Rt che risale a 0,95».

 Il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, a sua volta ha ha fanno notare: «Abbiamo dei segnali che ci dicono che dobbiamo prestare grande attenzione a questa fase di transizione dell’epidemia, ma ciò che più ci preoccupa è la presenza di varianti virali. Quella sudafricana e brasiliana possono ridurre parzialmente l’efficacia dei vaccini, quindi dobbiamo sbrigarci nelle vaccinazioni. Inoltre la variante inglese, per quanto ne sappiamo, si trasmette più velocemente e quindi è bene non allentare le misure di prevenzione e controllo. Dobbiamo rallentare infatti la velocità di circolazione del virus. Per il vaccino AstraZeneca, dopo le raccomandazione dell’Oms che hanno indicato la possibilità di vaccinare gli over-65, adesso è prevista una riunione ministero-regioni-Aifa che dovrebbe trovare una soluzione».

 

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